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Gheddafi torna alla carica: suoi marciano verso Misurata

Raid Nato su Tripoli. Messaggio audio del Rais: "Non ho paura. Siamo più forti dei vostri missili"

Andrea Tempestini
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"Misurata è sotto un intenso bombardamento" denuciano i ribelli di Misurata, secondo i quali Gheddafi avrebbe "inviato migliaia di soldati, che stanno tentando di entrare nella città - ha detto il portavoce del Ctn Hassan al-Misrati  - . Al momento sono ancora fuori comunque. Abbiamo perso dieci uomini e altri 26 sono feriti, la gran parte in modo grave". Il colonnello continua resiste e passa all'attacco, nonostante le bombe della Nato. Il messaggio - Il leader libico, la cui residenza è stata duramente colpita dai raid nella mattinata di martedì, è tornato a farsi sentire in un messaggio audio diffuso oggi dalla tv di Stato al-Jamahiriya. "Resterò a Tripoli, vivo o morto", è il messaggio del Colonnello, che poi sfida le forze occidentali: "Non abbiamo paura. Siamo più forti dei vostri missili". L'attacco - Una potentissima esplosione, come detto, ha scosso il centro di Tripoli, probabilmente a seguito di un raid aereo della Nato, che si è abbattuto sulla zona in cui si trova la residenza di Gheddafi. Dal posto si è levata una spessa colonna di fumo. In seguito si sono avvertite altre detonazioni della medesima potenza. La prima esplosione si è sentita intorno alle 10.45, mentre le altre tre la hanno seguita di pochi minuti. Un portavoce del regime, Mussa Ibrahim, ha riferito che la caserma "è stata nuovamente colpita dai raid aerei Nato e che vi sono state altre vittime". Già negli ultimi giorni Tripoli è stata il teatro di un'escalation dei raid Nato, con gli attacchi che ormai si susseguono ogni ora, in particolar modo nella zona in cui il Patto Atlantico ritiene che il Colonnello si nasconda. La diplomazia - Martedì, per la prima volta dall'inizio del conflitto, un inviato speciale del Cremlino - Mikhail Margelov - si è recato a Bengasi, la roccaforte dei ribelli nell'est della Libia. E' un primo segno di riconoscimento operato da Mosca nei confronti degli insorti contro il regime. Anche Gheddafi ha spedito un suo inviato speciale - Abdul Ati al-Obeidi - a Pechino, dove si tratterrà fino al 9 giugno. La missione segue di poche ore la mossa di Pechino, che ha iniziato una serie di colloqui proprio con i ribelli di Benagsi. La Cina ha significativi interessi economici in Libia, ed è quindi ovvio che cerchi di arrivare a una risoluzione della crisi trattando su tuttti i tavoli possibili.

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