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82mila camion per il trasporto della monnezza illegale

Il rapporto 'Ecomafia 2011': i rifiuti sequestrati lo scorso anno formerebbero una coda di tir da Milano a Reggio Calabria

Andrea Tempestini
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Se si volessero caricare sui tir solo una parte dei rifiuti sequestrati dalle forze dell'ordine nel 2010, si formerebbe una coda ininterrotta da Milano a Reggio Calabria. Servirebbero infatti più di 82mila camion per trasportare la monnezza gestita illegalmente nel 2010, monnezza che è stata bruciata, seppellita nei terreni agricoli, imbarcata e spedita all'estero, da dove poi magari ritorna in forma di giocattoli o biberon. Tutti i dati nel rapporto Ecomafia 2011 - Le storie e i numeri della criminalità ambientale (Edizioni Ambiente, 24 euro, 432 pagine), con un'introduzione del Procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso. Il volume raccoglie il lavoro dell'Osservatorio nazionale ambiente e legalità che, insieme ai Centri di azione giuridica e agli Osservatori regionali e provinciali, costituisce la rete per la legalità di Legambiente contro la criminalità organizzata. Dal rapporto emerge come le rotte dei rifiuti siano sempre più circolari e come, accanto ai mafiosi, i trafficanti hanno sempre più il volto di uomini d'affari, professionisti, colletti bianchi. Sta di fatto che le ecomafie italiane non conoscono crisi, e i loro guadagni crescono di anno in anno, spaziando con disinvoltura, oltre che nei rifiuti, nel ciclo del cemento, nel racket degli animali, nei beni archeologici, negli incendi e nell'agromafia. E si affacciano anche in settori nuovi, come quello delle energie rinnovabili, ribadendo la loro capacità di controllo asfissiante su ogni metro del Belpaese.

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