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Il videogioco sfascia-coppie: saltano 3 matrimoni su 10

Il malessere di una società iper-tecnologica. Consolle e Facebook minano le relazioni. La dipendenza degli uomini intorno ai 40 anni

Andrea Tempestini
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Si svegliano al mattino e il loro primo pensiero è la sfida. Giocano mentre sono al lavoro e poi, una volta rientrati a casa, si buttano a capofitto sulla consolle. E così, senza neanche rendersene conto, distruggono il proprio matrimonio. La classica amante non c'entra nulla. Il terzo incomodo adesso è una sorta di parallelepipedo di plastica, che una volta attaccato alla corrente diventa una droga in nome della quale si è pronti a tradire moglie e figli. Sono soprattutto gli uomini  le vittime di una nuova forma di dipendenza, subdola e allarmante quanto quella da gioco d'azzardo: l'abuso di videogiochi. Un fenomeno che non solo riduce drasticamente la produttività sul lavoro, ma sta diventando fra le cause più frequenti di separazione in Italia. L'Associazione avvocati matrimonialisti calcola che circa il 30 per cento dei fallimenti matrimoniali è dovuto all'uso eccessivo del computer, fra social network e consolle. «Abbiamo scoperto che la dipendenza da Playstation sta progressivamente coinvolgendo insospettabili professionisti quarantenni - spiega il presidente dell'Ami Gian Ettore Gassani - . Persone che, completamente immerse nei videogiochi, vengono del tutto meno ai doveri coniugali. Dal rapporto con la moglie alla cura dei figli». Perché questi novelli Peter Pan i propri ragazzi neanche li coinvolgono. «Di solito giocano con persone della propria età - prosegue Gassani -. Organizzano tornei con gli amici, ma anche infinite sfide su internet». PER MOLTI E' UN RIFUGIO IN MONDI ALTERNATIVI   E così, una volta rientrati a casa dopo il lavoro, ignorano completamente il coniuge, fino a distruggere ogni legame. «Tre matrimoni su dieci in Italia finiscono per colpa di Facebook o per la dipendenza da videogiochi - continua il legale -. I social network sono utilizzati per cercare avventure extraconiugali, le consolle per rifugiarsi in un mondo alternativo, che piano piano diventa quello predominante. Negli ultimi cinque anni sono aumentati esponenzialmente i casi di questo genere che arrivano davanti al giudice». E non solo in Italia, visto che una recente ricerca condotta dall'American academy of matrimonial lawyers mette in rilievo come il 66 per cento degli avvocati matrimonialisti americani imputi proprio ai videogiochi e a Facebook la causa della maggior parte dei divorzi nel Paese. Dati confermati dallo studio di MyVoucherCodes, secondo il quale negli Stati Uniti una donna su cinque lascia il partner perché stanca dell'uso smodato del pc. «Come tutte le forme di dipendenza anche quella da videogiochi rende  chiaramente  impossibile la vita di coppia, perché distrugge la sintonia con il partner – dice Anna Maria Bernardini de Pace, avvocato matrimonialista – Negli ultimi anni l'aumento di questi casi è stato progressivo. Anche se il fenomeno più allarmante riguarda l'uso della cocaina: in Italia sette coppie su dieci si lasciano per colpa della droga». NEGLI USA C'E' L'OBBLIGO DI RIVOLGERSI AL TERAPEUTA Così anche la psichiatria si è mobilitata per affrontare il problema, classificando l'abuso di videogiochi fra le più recenti forme di dipendenza. «Sono sempre più numerose le coppie che si rivolgono al terapeuta per uscire dal tunnel della consolle - afferma Gassani -.  Anche perché chiunque sia affetto da dipendenza, e decida di non provare a curarsi, viene sanzionato in modo pesante dal giudice. Gli psichiatri sono concentrati soprattutto sugli uomini, visto che il fenomeno è prettamente maschile ed è anche pericoloso dal punto di vista sociale, dal momento che rischia di rendere improduttivo il lavoro di professionisti che giocano purtroppo anche in ufficio». Ma anche le donne non sono immuni dal gioco. E benché siano naturalmente  poco attratte da Playstation e Wii, sono sempre più schiave di azzardo e scommesse sportive. «Succede soprattutto alle signore di mezza età residenti al Centro-Nord – conclude il presidente –. Anche in questi casi il matrimonio rischia di naufragare». di Daniela Uva

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