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Bielsa e Ancelotti, no pesanti: l'Inter ora non tira più?

Moratti col rebus allenatore. Leonardo va ("Non ci serve un dg") ma chi arriva? Spalletti, Mihajlovic e Villas Boas difficili. Ed Eto'o pensa alla fuga / BIASIN

Giulio Bucchi
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La situazione è tragicomica. Al momento più tragica che comica. A due settimane dal ritiro di Pinzolo (8 luglio) l'Inter non ha un allenatore. Anzi, neanche l'ombra di un allenatore. Leonardo ha deciso cosa farà da grande e patron Moratti è stato chiaro: «Vuol fare il dirigente, noi abbiamo bisogno un mister». Tanti saluti Leo, Parigi ti aspetta, i petroldollari pure. Ma la questione al momento è un'altra: la squadra campione del Mondo in carica ha lo stesso appeal di una mela bacata. Marcelo Bielsa è talmente “loco” che ha detto “no” al nerazzurro in un amen. Perlomeno l'argentino del 3-3-1-3 è stato chiaro fin da subito. A Milano ci son rimasti male: se anche Bielsa snobba la panchina che fu di Herrera siamo davvero alla frutta. I dirigenti si son messi a far la conta con la fregola di chi non sa che pesci pigliare: chi c'è a disposizione? L'elenco è spietato: Villas Boas non è un pirla e a metà giugno non ci pensa neanche a cambiare città (la clausola di rescissione del Porto pari a 15 milioni fa il resto); Ancelotti - cuore rossonero - è stato contattato tanto per fare un tentativo disperato. Carletto ha risposto da gentleman: «Sono onorato ma non si può fare». Del resto son mica tutti come Leonardo. Mihajlovic piace molto a Branca, ma probabilmente solo a lui. E poi cosa fai, vai a rompere le scatole alla Fiorentina a metà giugno? Son mica tutti come i capoccioni del Psg... Poi ci sono i “liberi”. Enrico Preziosi a colloquio con Moratti ha sponsorizzato Gasperini: il presidente del triplete non è convinto per niente. Delio Rossi gode di ammirazione a 360° ma è come un disco degli Avion Travel: tutti dicono “son bravissimi” ma nessuno ha mai comprato un loro cd. Poi c'è Ranieri, bistrattatissimo ex mister di Juve e Roma (tra le altre): potrebbe anche piacere, ma Moratti ha il terrore di far la figura di quello che prende gli scarti degli altri. Zenga? A quanto ha appreso “Libero” non è stato nemmeno contattato. Restano i sogni impossibili: Capello (che si vuol giocare l'Europeo con l'Inghilterra) e Spalletti (che in Russia ha vinto tutto e magari cambierebbe anche aria, ma gli oligarchi milionari mica li convinci facilmente). E Van Gaal? Tutto tace... L'elenco finisce qui, ma non si sa mai cosa ti combinano in casa-Inter. Certo è che qualcosa non va al di là della fuga di Leonardo. Qualcosa s'è rotto in società: manca un'idea, non c'è un progetto. Questa cosa sta terrorizzando anche i giocatori della rosa. Alcuni sono sinceramente preoccupati, altri ne stanno approfittando per mettersi in vetrina. L'ultimo in ordine di tempo è un certo Eto'o, assoluto protagonista dell'ultima stagione interista. Dice che entro un mese deciderà che fare, dice che l'Inghilterra lo affascina. Un sacco di chiacchiere che nascondono una verità più becera: a trent'anni il camerunense vuol firmare un nuovo, ricchissimo contratto. Non si accontenta dei dieci milioni abbondanti stagionali. Se Moratti lo accontenta bene, altrimenti cambierà aria. E Sneijder? E Maicon? E Thiago Motta? Tutti col prurito alle mani e il curioso malessere milanese. Vadano pure se vogliono, ma la verità è che se questi fanno gli spavaldi gran parte della colpa è del club. Una società forte non si fa spaventare dai chiacchiericci dei suoi tesserati, una società forte si impone. Il problema è che senza un allenatore non hai credibilità neanche al torneo dell'oratorio. di Fabrizio Biasin

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