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L'impegno concreto di Fassino: "Stacco multe a tutta Torino"

La sinistra che incassa. Super piano per le contravvenzioni: "Più di un milione, più di una per residente. Col rincaro del 30%"

Andrea Tempestini
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Un impegno concreto: più multe per tutti. Nemmeno il tempo di insediarsi, che Piero Fassino ha tirato fuori il blocchetto. Il piano del neosindaco di Torino, d'altronde, è ambizioso: un milione di contravvenzioni. Andiamo con ordine. 30 maggio scorso: pochi giorni dopo la vittoria elettorale al primo turno dell'ex segretario dei Democratici di sinistra, il Comune di Torino pubblica un bando di gara triennale. Roba grossa, in ballo ci sono poco meno di tredici milioni di euro. E per che cosa lo fanno il bando? Per affidare i servizi di «notificazione e archiviazione delle violazioni al codice della strada», che tradotto dal burocratese significa una e una sola cosa: multe. Fin qui, tuttavia, nulla di inquietante. Multare la cittadinanza, piaccia o no, rientra tra le competenze di un'amministrazione comunale: è uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo. La parte brutta arriva subito dopo, quando si va a controllare il bando in profondità. Sul sito del Comune c'è il capitolato d'appalto, e bisogna scorrere fino al punto 3.2 del contratto proposto. Testuale: «La civica amministrazione si impegna a richiedere nel triennio, un quantitativo minimo di notifiche pari a n. 1.000.000». Un milione di multe in tre anni, poco meno di trecentocinquantamila ogni dodici mesi. BLOCCHETTO SOCIALE L'obiettivo, si diceva, è ambizioso. Anche perché non è che Torino vanti chissà quale tradizione quanto a violazioni del codice della strada. Anzi, sotto la Mole i guidatori paiono essere più disciplinati rispetto ad altre latitudini. Almeno a guardare le statistiche: negli ultimi cinque anni i vigili torinesi hanno staccato una media di 250mila contravvenzioni annue. Ancora più virtuosi i guidatori della provincia di Torino (dove tuttavia la municipale del capoluogo opera sporadicamente): lì la media si aggira sulle 200mila multe all'anno. E col nuovo corso targato Fassino non solo si dovranno aumentare le multe recapitate ogni anno, ma lo si dovrà anche fare in condizioni ambientali proibitive. Perché grazie alla precedente giunta guidata da Sergio Chiamparino (sempre a mettersi i bastoni tra le ruote nel Pd...) beccarsi una contravvenzione a Torino è diventato assai più difficile che in passato. Merito del nuovo piano di parcheggi realizzato in occasione del centocinquantenario dell'Unità d'Italia dal Comune, che ha trasformato in un gigantesco posteggio buona parte del sottosuolo del centro storico. Un'oasi del parcheggio underground cui si può accedere da ogni lato del centro (corso Vittorio, via Po, piazza Vittorio, piazza Castello, via Pietro Micca eccetera) e che mette automaticamente l'automobilista al riparo da blocchetto selvaggio, dato che per uscire bisogna prima avere pagato il biglietto per il posteggio. LA SOSTA COSTA Il problema - ammesso che di problema sia sensato parlare - è che la stragrande maggioranza delle contravvenzioni elevate nel capoluogo piemontese portavano proprio la dicitura “divieto di sosta” nella causale ed avevano nel centro storico la propria cornice. E, eliminato o quasi alla radice il problema della sosta vietata nel salotto buono della città, non è peregrino ipotizzare un venturo, drastico calo delle infrazioni di tale disposizione. Stessa sorte è attesa per le relative multe. La sfida, come si vede, è davvero titanica: fare un milione di multe ad una città che ha poco più di novecentomila abitanti, peraltro avendo già provveduto a rimuovere la principale causa delle multe medesime. Vasto programma, si dirà, anche per un politico navigato come Fassino. Ma c'è da stare sicuri che, non importa attraverso quali e quante difficoltà, alla fine il risultato lo porterà a casa. Perché a sinistra, quando si tratta di sfilare quattrini alla cittadinanza, non temono concorrenza alcuna. di Marco Gorra

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