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La guerra sui ministeri al Nord E' la secessione del Pdl

Il 'trasloco' spacca il centrodestra. Alemanno e Polverini, raccolta firme. Bacchettata di La Russa. Cei all'attacco contro il Carroccio

Andrea Tempestini
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E' la guerra dei ministeri. La volontà della Lega Nord, ribadita dal palco di Pontida, di trasferirli in Lombardia sta sollevando un polverone politico. Ultimo in ordine di tempo, l'attacco della Cei. "La Chiesa deve da un lato frenare queste mire secessionistiche, dall'altro deve rimotivare dall'interno, con forte valenza biblica, la pssione dell'intraprendere dei crisiani". Queste le parole scelte da Giancarlo Maria Bregantini, presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali, il lavoro, la giustizia e la pace. Ma per il vescovo, che ha parlato ai microfoni di Radio Vaticana, impacchettare i dicasteri, caricarli su dei Tir e spostarli a nord del Pò sarebbe "un gesto di grandissimo disprezzo del Sud. La Lega, paradossalmente - ha concluso Bregantini - ripete gli errori che rimprovera a Roma". Scontro tra La Russa e Roma - Ma le frecciate alla Lega, e per transitività alla maggioranza, arrivano anche dal fronte interno, dove si sta consumando una vera e propria rottura. I pasdaran anti-trasloco sono capeggiati dalla presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, e dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno: da loro sono arrivate dichiarazioni infuocate contro lo spostamento dei ministeri e hanno annunciato una petizione contraria al provvedimento. A bacchettarli ci ha pensato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. "Si bagnano prima che piova...è sbagliato e prematuro, anche perché magari non pioverà mai", ha commentato La Russa, secondo il quale la coppia Renata-Gianni "si sta agitando un po' troppo". Poi la precisazione sulla natura del provvedimento: "Il trasferimento comporta una nuova legge. Il fatto che Bossi abbia parlato di un suo decreto si riferisce a sedi di rappresentanza". Il ministro ha poi aggiunto di avere a Milano una sede per il proprio ministero "senza aumenti di costi. L'importante - ha aggiunto - è non mettere in discussione la forma di ROma Capitale, dove sono i ministeri. Roma Capitale è stata fatta da questo governo e da questa maggioranza, e lo rivendico a questa maggioranza". La rivolta di Miccichè - La Polverini, in giornata, ha spiegato che "tutti i miei assessori firmeranno la petizione" contro il trasferimento dei ministeri al nord. Siamo tutte persone che abbiamo un ruolo istituzionale e che parlano alla testa, al cuore e alla pancia dei cittadini", ha chiosato. Alemanno, da par suo, non ha tardato a presentarsi al Pantheon, dove la Governatrice del Lazio ha aperto, con la sua, la raccolta finte bipartisan contro il trasloco. A quella cattolica e capitolina, si è aggiunta anche la protesta del Sud. "La Lega vuole i ministeri alNord per affidare il futuro dei giovani padani alla vecchia e poco produttiva logica del parassitismo burocrativo. Il Sud - ha tuonato Pippo Fallica, deputato di forza Sud e presidente del partito di Miccichè - vuole ben altro. Non ci interessa creare una nuova classe di parrucconi, ma solamente evitare che i nostri migliori cervelli non siano più costretti ad emigrare, contribuendo così allo sviluppo della loro terra. Per questo Forza del Sud presenterà, nei prossimi giorni, una mozione parlamentare che impegna il governo all'equa attenzione nei confronti dei territori, in termini di investimenti e progettualità". La scusa dei ministeri, insomma, è buona per scatenare una guerra su tutti i fronti. Il Partito Democratico, per inciso, presenterà martedì nel corso dell'esame del dl sviluppo alla Camera un ordine del giorno contro la richiesta di trasferimento avanzata dalla Lega.

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