"Basta farsi del male, vi lascio"
E l'unità cade in depressione
Basta farsi del male. Veltroni fa mia culpa: «Mi assumo le responsabilità mie e non. Mi dimetto per salvare il progetto al quale ho sempre creduto». Così ha spiegato la sua decisione irrevocabile di dimettersi da segretario del Partito democratico davanti al coordinamento del partito. Veltroni si è assunto la responsabilità dei suoi errori e anche della sconfitta in Sardegna, ma ha spiegato di non voler rimanere, «per fare logorare me e la possibilità del Pd di esistere». Domani alle 11 terrà un incontro con la stampa per spiegare le ragioni delle sue dimissioni. E per l'Unità questo è il giorno più lungo: la sconfitta elettorale in Sardegna e le dimissioni di Veltroni, due notizie difficile da digerire nella redazione dello storico giornale della sinistra che ha reso pubblico il suo disappunto sulla propria home page. “Per il Pd è il giorno più lungo, confermate le dimissioni”, titolava in apertura il sito del quotidiano attorno alle 17, prima di optare per un titolo più “istituzionale”: “Veltroni si dimette. Ora primarie o costituente”. “Il momento è critico, non c'è dubbio – compare nell'articolo on line che racconta la cronaca della giornata di passione democratica -. I democratici in Sardegna hanno preso cinque punti in meno rispetto al candidato Renato Soru, 10 rispetto al voto di cinque anni fa. Per questo martedì mattina, nella sede nazionale di Largo del Nazareno, a Roma, il segretario Veltroni ha deciso di incontrare subito il coordinamento del partito. E di annunciare che il suo mandato è a disposizione”. Gli altri dicono di no, rispediscono al mittente la resa, ma Walter tentenna solo per confermare nel pomeriggio la sua posizione. Secondo molti, lui è solo il capro espiatorio. Lo pensano in particolare gli esponenti degli altri partiti come Lorenzo Cesa, segretario dell'Udc, o Gavino Angius. E se Antonio Di Pietro sembra sotterrare per un attimo l'ascia di guerra affermando che “è un gesto politicamente voluto ed eticamente che gli fa onore”, il leader della Destra Francesco Storace non fa della diplomazia la sua bandiera: “Se lo cacciano a maleparole, io credo che facciano bene”. “Considero Veltroni - ha continuato Storace - uno di quelli che ha sbagliato tutto e di più in politica, perchè si è inventato l'aggregazione stretta alle politiche, facendosi inseguire dal centrodestra, riscendo a consegnare il Paese con tre milioni di vantaggio all'uomo che aveva perso per 24 mila voti, distruggendo i suoi allegati e rompendo un po' le scatole anche a noi”. Intanto i lettori dell'Unità on line sembrano tanti Nanni Moretti: dateci un partito di sinistra e torniamo a votare.