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Un altro morto in Afghanistan: siamo un bersaglio facile

Muore il caporale Gaetano Tuccillo: vittime totali salgono a 39. Ci penalizza l'operazione di 'pace'. E le regole d'ingaggio restrittive

Rosa Sirico
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Un altro militare italiano è stato ucciso in Afghanistan: sale così a 39 il totale delle vite falciate nella terra dei talebani. Gaetano Tuccillo è solo l'ultima voce che si spegne per un attentato alle truppe italiane, impegnate nell'area ovest del Paese in un'operazione di peace-keeping. Una cosiddetta missione di pace, dizione che la nomenklatura leghista - e Roberto Calderoli lo ha ribadito - fatica a digerire: i nostri uomini, infatti, cadono come birilli. Regole d'ingaggio - Il nodo da sciogliere sta su cosa sia consentito fare alle nostre truppe. La polemica scatta ogni volta che c'è un caduto e torna ad accendersi la discussione sulle regole d'ingaggio e sulle ragioni che giustifichino la presenza degli italiani in quella terra. Il caporal maggiore Tuccillo, di soli 29 anni, è stato ucciso con un ordigno proprio durante il giro di ricognizione quotidiano. Nell' esplosione è stato coinvolto anche un'altro soldato, rimasto ferito ad una gamba. Se avesse fiutato la possibilità di un attacco, comunque, non avrebbe potuto aprire il fuoco. In Afghanistan - L'esercito italiano è impegnato nella missione Isaf in Aghanistan da sette anni, insieme a Gran Bretagna, Usa, Spagna, Francia, Germania e Turchia. Al nostro contingente tocca mantenere il controllo dell'area intorno ad Herat e di quella centrale del Paese. Quest'ultima zona è sorvegliata in rotazione con la Francia. Ma è proprio nell'area di Herat che si sono concentrate più vittime: Tuccillo è solo il quarto bersaglio del 2011, mentre il picco di soldati uccisi appartiene al 2010, con 13 morti. Le truppe con lo stemma tricolore cucito sul petto devono battere territori ostili, pericolosi e poco protetti. Giù come birilli - Quella di Herat non è l'area più esplosiva dell'intero Afghanistan, ma gli italiani la presidiano non per combattere: una circostanza che rende il 'giochetto' molto più pericoloso. Gli italiani sono lì per un'operazione di pace in cui devono offrire aiuti nell'addestramento alle forze di polizia locale. Gli italiani devono aiutare nella ricostruzione, nel presidiare il territorio. Sono impegnati in una missione di pace, che però ha come scenario la guerra. Se attaccati, i soldati italiani possono difendersi. Ma spesso non c'è il tempo per reagire. Le truppe, costrette a seguire alla lettera le regole d'ingaggio, non possono prevenire le azioni di terrorismo. Diversamente, Stati Uniti e Gran Bretagna sono impegnati invece in un'operazione di peace-enforcing: gli americani sono lì per 'stanare' il terrorismo e hanno in mano strumenti in grado quantomeno di prevenire le incursioni. Inoltre la zona ovest dell'Afghanistan è sotto il controllo congiunto con gli spagnoli, le cui regole d'ingaggio, come per gli italiani non prevedono altro se non la possibilità di difendersi. Gli americani, che controllano la zona est del Paese sono lontani: così i nostri soldati cadono come birilli.

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