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Baglioni supera Veltroni: "Da vecchio? In convento"

Walter voleva fare il missionario ma il suo vecchio pallino Claudio esagera: "Ho bisogno di pensare e di assaporare i silenzi"

Giulio Bucchi
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Un tempo si domandava ai bambini: «Cosa vuoi fare da grande?». In giro ci sono sempre meno bambini e sempre più anziani, ma la domanda è rimasta quella, pur variata in «Cosa farai nella quarta età?». I bimbi sognavano un futuro da astronauta o crocerossina, gli adulti sono più sconcertanti. Claudio Baglioni, cantautore di fama transgenerazionale, non ha dubbi: giunto alla canizie, si farà frate. Lo racconta in una lunga intervista al settimanale A oggi in edicola e non c'è alcun intento situazionista dietro questa affermazione. Claudione racconta all'intervistatrice che sin da piccolo sentiva la vocazione. «Negli ultimi anni della mia vita andrò in convento: non è una battuta, è una riflessione che dura». Anzi, pare che da bimbo dicesse spesso alla mamma «Voglio farmi prete». Ma in un suo strano pezzo frammentato e proustiano,‘51 Montesacro (nomen omen), quella vena religiosa non andava oltre il normale iter di un qualunque bambino cattolico «la prima comunione e attento all'ostia e alle fotografie ... pomeriggi all'oratorio e un prete e Cristoregni». Alle fan risulta impossibile immaginare un Baglioni che abbraccia il monachesimo e quella sua regola benedettina, tanto stretta al punto che lui rinunciava a tutto. E invece per anni ha venerato in silenzio San Martiniano con quell'aria da eremita, che non gliel'ha detto mai, ma lui ne andava matto. Dovevamo aspettarcelo. Baglioni è romano, ma la sua famiglia è originaria dell'Umbria, la terra di San Francesco. E nel 1972 aveva inciso Fratello Sole, Sorella Luna per il film di Zeffirelli. Ma  l'idea di un Baglioni chiuso nella sua cella, accoccolato ad ascoltare il priore, ci lascia basiti solo per un istante, perché il vero scoop dell'intervista è altrove: Baglioni supera a sinistra il suo mentore Walter Veltroni. Più buonista del maestro, Claudio si mette a dialogare con Berlusconi, come Francesco fece col lupo. E va oltre: in un alternarsi politicamente un po' ingenuo, prima condanna il foeura di ball di Bossi, definendolo:  «Il pensiero di una persona che si sta scolando un grappino in un bar di Belluno», poi tesse le lodi di Maroni, come politico e come musicista. E arriva a sognare l'impossibile: «Io, Berlusconi e Maroni in un concerto per Lampedusa. Berlusconi adora cantare, adora il palcoscenico, adora stupire. E ha ancora un appeal formidabile: giri il mondo e c'è solo lui... Dobbiamo riuscire a convincere anche Roberto Maroni ... è un ottimo pianista-organista». Impensabile fino a poco tempo fa, quando Walter sedeva in prima fila ai concerti di Claudione, agitava gli accendini quando partiva E tu... e nel 1998, durante il concerto allo Stadio Olimpico, specificava ai cronisti che la figlia era una superfan di Baglioni. «Martina ha due passioni: Baglioni e i Beatles». E con orgoglio aggiungeva: «Tanti anni fa, quando lo accusavano di essere melenso e sdolcinato, io l'ho difeso». Pare di vederlo Walter nel 1973 che lottava sulle bariccate cantando Amore bello invece di Bandiera Rossa. E nel 2004, quando Claudio si laureò in architettura, Walter si spinse oltre e gli propose di riqualificare l'area del gasometro. A due mesi dalla laurea, senza iscrizione all'albo, senza abilitazione. La cosa finì lì, tra l'indignazione degli architetti professionisti. Ma era un altro segno dell'amorazzo di due cuori che battevano a sinistra. E decisamente veltroniana è la kermesse O' scia che Baglioni organizza ogni estate a Lampedusa nel nome della musica etnica, una delle tante passioni del polimorfo Walter. Sembrava un amore destinato a durare, anche se le strade dei due personaggi parevano doversi dividere: Veltroni, deluso dalla politica, se ne sarebbe andato in Africa. Baglioni, desideroso di silenzio, in convento. Walter è ancora tra noi e di sicuro Claudione, come canta in Io sono qui, «tra sparare e sparire sceglie ancora di sperare» e in convento passerà solo per comprarsi una bottiglia di amaro benedettino. Amaro come il calice che Walter manderà giù oggi leggendo nell'intervista ad A una notizia esplosiva: Claudio, gira che ti rigira, è diventato intimo di Silvio. Baglioni ammette che Berlusconi, guardato con sospetto nel 1994, ora gli appare molto meglio di come viene raccontato. «Silvio non è snob, non è aristocratico come succede spesso alle persone di potere. L'ho osservato stringere la mano a cinquecento persone di seguito ma non perché lo deve fare, ma perché gli piace farlo. In questo è naif, è spontaneo. Lui non si vergogna a dire “facciamo il partito dell'amore”, è sincero». Pare addirittura che il presidente del Consiglio telefoni a Baglioni nei momenti di sconforto e gli dica: «Claudio... sono stanco, questa politica mi ha sfinito. Continuo a chiedermi chi me l'ha fatto fare. Claudio sei fortunato. Beato te che canti, suoni, fai innamorare le ragazze». Come al solito, Silvio arriva per primo e già lo usa come confessore. Epilogo? Veltroni, col cuore infranto, scappa davvero in Africa (Alè-oò!). Baglioni, in convento organizza un concertone gregoriano con Maroni. Ma anche Berlusconi. E, con un vassoio di grappini, magari arriva anche Bossi da Belluno. di Tommaso Labranca

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