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Leonardo, il delirio perbenista di un grandissimo paraculo

Conferenza stampa grottesca: "Moratti come un padre, mi ha lasciato andare. Ora però sono libero". Ma il brasiliano ci è o ci fa?

Andrea Tempestini
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Meglio disoccupato che allenatore in Italia? Leonardo replica con una risata, al termine di una conferenza stampa per spiegare gli eventi dell'ultimo mese in cui però viene  detto tutto e niente. Ieri a San Siro il brasiliano ha rotto il silenzio in cui si era rifugiato («è il mio stile») dopo il tourbillon concluso con l'addio all'Inter. Una ricostruzione a tratti confusa, un mix di sentimenti e agitazione dalla quale emerge che la separazione è stata principalmente causata da eventi e indiscrezioni giornalistiche, «Moratti - svela Leo - mi ha detto “non voglio metterti in una centrifuga”. Ha misurato la situazione e ha capito che era senza ritorno». Un copione con qualche buco: nessuno avrebbe voluto mollare l'altro, anche se la parola fine sembra che l'abbia messa proprio il patron, forse cogliendo la palla al balzo.  «Vinta la Coppa Italia ero felice», racconta Leo, «stavo già facendo le mie vacanze fra Sardegna e Brasile». Poi squilla il telefono, sono gli arabi che stanno per acquistare il Paris Saint Germain, «club con cui ho un forte legame. Intorno al 6 o al 7 giugno ricevo questo invito per visionare il loro progetto. Io rifiuto, loro insistono. Ne parlo con Moratti, che mi autorizza». Ed ecco la svolta. «L'11 vado a Doha e mi prospettano un ruolo, ma io rispondo che non voglio lasciare l'Inter. Mezz'ora dopo lo racconto a Moratti e lui mi tratta come un padre: “Per te è una cosa bella”. Mi ha messo nella condizione di considerare quella opzione, che io continuavo a immaginare solo per il futuro (anche se lo hanno cercato «nel 2004, nel 2006, nel 2008», ndr). I suoi figli me l'hanno confermato: “Lui è così”. Poi arriva la notizia della telefonata a Bielsa, che scatena un casino della madonna, e che io non ho voluto commentare». E dal quale non si è tornati più indietro. Del resto, se la vostra fidanzata partecipa a una riunione per andare al mare con altri, voi che fareste? In quei giorni ci sono stati vari ripensamenti: «Ho anche chiamato il presidente per dirgli che volevo rimanere», confessa Leo «lui ci ha pensato, io ho continuato a programmare il ritiro a Pinzolo, le amichevoli, il mercato». Ovvio però che il “santo Moratti” abbia iniziato a guardarsi intorno e per «evitare un casino pazzesco» avrebbe deciso di «cercare un altro allenatore». Ma era vero quando diceva che «Leo potrebbe anche restare». Perché? «Perché ho chiuso il contratto solo quando l'accordo con Gasperini è divenuto possibile», conferma l'ex milanista, e finora «non c'è firma con il Psg, né contratti da 5 milioni. Io non ho mai trattato con i francesi fino a tre giorni fa. Ecco perché ieri non ero a Parigi: ad oggi non ho niente da fare là». Disoccupato e felice? «No, e il Psg resta ancora un'opzione: la gestione mi piace, e non escludo un futuro da allenatore. Ma lasciare l'Inter mi spiace, era una sfida, anche se sulla decisione non c'entra il passato milanista e le ultime tensioni. Quel che è successo mi dispiace, perché l'intero calcio italiano ci perde in immagine». Ci sono stati sms anche con Mou: «Solo per scherzare su quel che stava accadendo. Ho parlato con tutti i giocatori che sono riuscito a trovare (tranne Nagatomo, Pandev, Mariga e Suazo, ndr). Gasperini? Non ha bisogno di miei consigli». di Tommaso Lorenzini

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