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Maroni: "Espulsioni più veloci

Le nostre ronde saranno doc"

Silvia Tironi
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La questione sicurezza in città, le ronde, i Centri di identificazione ed espulsione, il rimpatrio coatto, i contributi alle forze dell'ordine. Il ministro dell'Interno Roberto Maroni parla a tutto tondo in materia di sicurezza durante la visita al Comando Regionale dei Carabinieri di Milano. Ronde - "Passeremo dalle ronde fai da te a quelle con il certificato di garanzia. Le mappe sulle varie ronde che ho visto sui giornali sono incomplete per difetto", ha detto Roberto Maroni, "infatti sono molte di più perchè il fenomeno è in crescita oramai da tempo. Io trovo che sia un fatto positivo che i cittadini vogliano impegnarsi nei problemi della sicurezza del loro territorio ma dobbiamo regolamentare il fai da te. Per questo motivo nel decreto ci sono regole per passare dal fai da te ad una sicurezza integrata quindi gli enti e le associazioni potranno essere utilizzati dai sindaci solo dopo che il Prefetto e il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica avrà deciso chi è idoneo. Una sorta di certificato di garanzia". A proposito delle polemiche sorte sulle ronde, Maroni le ha definite "pretestuose. Le città diventano più sicure se c'è maggior controllo e maggior presidio del territorio. Noi vogliamo chiamare a questo presidio, sotto il controllo della polizia, anche i cittadini che lo vogliono fare. Ciò serve a prevenire i reati, furti e stupri. Ed è quello che abbiamo deciso nell'ultimo decreto legge". Fondi alle forze dell'ordine - "Tra alcune settimane arriveranno soldi per dotazioni e le manutenzioni oltre ai nuovi agenti militari che verranno assegnati alle forze dell'ordine. Le nuove risorse serviranno anche per cominciare a risolvere il problema delle riparazioni per le pattuglie di polizia e carabinieri". Parola del ministro Maroni. "I cento milioni di euro che abbiamo stanziato, che sono stati recuperati dai fondi e valori sequestrati alla mafia", ha aggiunto, "sono la prima importante tranche delle nuove risorse che verranno liberate per la sicurezza. Oltre ai 2.500 agenti e carabinieri che verranno divisi tra Polizia di Stato, Arma e altre forze dell'ordine. Mercoledì avrò una riunione proprio per valutare le proposte sulla distribuzione degli stanziamenti e solo allora potremo parlare di numeri relativi ad una città piuttosto che ad un'altra. I fondi comunque ci sono e saranno immediatamente disponibili per il ministro dell'Economia". E a proposito delle nuove forze che scenderanno in campo, il ministro ha ricordato che "sono 2.500 gli uomini delle forzedell'ordine che verranno assunte per garantire maggiori controlli. Un sistema finanziato, per ora, con 100 milioni di euro che presto porterà in organico le nuove 'matricole': un terzo saranno carabinieri, un terzo poliziotti e il resto appartenti ad altri corpi militari. Il Fondo unico per la Giustizia viene alimentato dai sequestri alla mafia. Abbiamo chiesto alle banche di restituirci i soldi sequestrati alla criminalità organizzata, ma lasciati inutilizzati, e 100 milioni di euro sono solo un piccolo anticipo". Centri d'Identificazione ed Espulsione - "Cambia la durata, che sale a sei mesi, della permanenza nei Centri di identificazione ed espulsione", spiega Maroni. "Si tratta del tempo necessario per ottenere il nulla osta per il rimpatrio. Oggi rimangono per due mesi e, non avendo ottenuto dal paese di origine la necessaria documentazione, vengono rilasciati. Prolungare i termini, però, significa potenziare i centri, partendo dai territori che non ne hanno". Per ora non vi è ancora alcuna decisione su dove verranno costruiti, "ma in Lombardia non ci saranno nuovi centri", si lascia sfuggire Maroni. In via di rinegoziazione anche alcuni accordi per rendere possibile "il rimpatrio senza consenso". È sulla prevenzione che Maroni punta, oltre che sulla certezza della pena: "Preferisco investire sulla sicurezza partecipata e sul controllo del territorio, invece che accontentarmi di arrestarli". Rimpatri e Brasile - Dopo la negata estradizione dell'ex Br Cesare Battisti, che ha scatenato un caso internazionale, ora anche la questione dei rimpatri di immigrati clandestini crea problemi tra l'Italia e il Brasile. "In effetti con il Brasile c'è un problema", ha ammesso Maroni; "Ho già informato il ministro degli Esteri affinchè rinegozi l'accordo sul rimpatrio. Questa norma mutuata da quella sul rimpatrio dei detenuti, di fatto rende impossibile il rimpatrio. Dobbiamo rinegoziare, come stiamo facendo con la Tunisia".

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