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Il Festival deluso dalla Bellucci nudo castigato e film insipido

Giravano voci di scene spinte e hot di Monica in Un été brûlant di Philippe Garrel. Nulla di fatto. Critica insoddisfatta

Costanza Signorelli
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Nuda era nuda la Bellucci ma a sentire le voci che giravano sulla scena madre del suo ultimo film Un été brûlant doveva essere un 'integrale' degno di fare arrossire chiunque. Tutti si aspettavano qualcosa di veramente spinto ed esplicito, anche perchè lo stesso regista, Philippe Garrel, aveva citato la famosa opera di Coubert, l'Origine del mondo, per parlare della scena in questione. Inutile dire che l'attesa era intrepida e l'aspettativa altissima. E' per questo che all'anteprima di giovedì al Festival di Venezia 68, la delusione è stata parecchia. Alla fine, Monica Bellucci era sdraiata sul letto senza veli ma con un piccolo e sostanziale escamotage, la gamba castamente sollevata, copriva quanto di più prezioso un nudo può regalare. E questo non è stato l'unico motivo di insoddisfazione del pubblico. La pellicola non si è riscatta nemmeno nella sostanza, il che è ancora peggio. Basti sapere che la proiezione è stata intervallata da qualche risatina inopportuna e da alcuni fischi sul finire. "un generoso abbandono" - La Bellucci però, a discapito delle più frivole aspettative, illustra il suo punto di vista e spiega come per lei, spogliarsi, sia stato un "atto di generosità" verso il regista ed il film.  "Quella scena di nudo integrale - dice Monica - è stata una generosità verso il film. Avevo partorito da un mese e mezzo ed ero in un momento fragile come donna, ma quando accetti un film ti affidi al regista e io ero felice di essere stata scelta da Garrel di cui rispetto l'universo artistico, che può essere radicale, si può amare oppure no, ma resta unico. Mi sono affidata a lui, il nudo è abbandonarsi e per quella scena mi sono sentita protetta, rispettata. Perchè Philippe ama i suoi attori, li cura e li tutela".  Il film - Il film di Garrel racconta i tormenti amorosi di un pittore (Louis Garrell) per la moglie attrice (Monica Bellucci) narrata in flashback a partire dal suicidio del protagonista. "Si tratta di una pellicola - ha dichiarato Monica Bellucci in una recente intervista a Paris Match - sull'arte e sulla difficoltà di amare. L'amore è molto difficile, perché in un certo senso la norma è vivere da soli. Sono sempre stata molto indipendente. In due, diventa complicato. Al tempo stesso l'amore è vitale, è ciò da cui dipende la nostra felicità. Ma non m'identifico con il mio personaggio: ama ancora come una bambina. Continua a pretendere di essere amata in modo assoluto, e la cosa non può durare".

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