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La sinistra gambero rosso dimentica quel che predicava

D'Alema: "Rinnovare gli strumenti della contrattazione anzichè sventolare il contratto". Ma son parole di 15 anni fa

Costanza Signorelli
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La verità è che il segretario dei Ds, per esempio, dice anche delle cose sensate, coraggiose, in linea coi tempi: ammetterlo sarebbe già un progresso. Queste, per esempio, sono parole sue: "Dobbiamo avere il coraggio di un rinnovamento. La mobilità e la flessibilità sono un dato della realtà, e corrisponde, nella nuova generazione, a un modo diverso di guardare al lavoro. Il problema che si pone a sinistra e sindacati è se noi, rinnovando gli strumenti della contrattazione, possiamo costruire delle nuove reti di tutela e di rappresentanza. Se non ci mettiamo su questo terreno, rappresenteremo sempre un solo segmento del mondo del lavoro: quelli che stanno in mezzo, ma che sono sempre di meno. Lo so che nel meridione ci sono due milioni di italiani che lavorano in nero, ma non sono sicuro che sia solo un problema di polizia e di ispettorati del lavoro... Non sono sicuro che se li scopriamo avremo 7000 miliardi in più: temo che, se li scopriamo, alcuni pagheranno le tasse, ma altri chiuderanno, e avremo un milione di disoccupati in più. Dovremmo preferire essere lì con quei lavoratori e negoziare quel salario per migliorarlo, anziché stare fuori dalle fabbriche con in mano una copia del contratto nazionale". Parole, come detto, del segretario dei Ds: il problema è che il segretario era Massimo D'Alema e che le sue parole sono di 15 anni fa, congresso Pds, Palaeur di Roma, febbraio 1997. di Filippo Facci

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