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Donne in pensione a 65 anni

I sindacati promettono guerra

Dario Mazzocchi
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Sulle donne in pensione a 65 anni è già arrivata la dichiarazione di guerra dei sindacati. E l'incontro che il governo terrà con le parti sociali sulla crisi economica si preannuncia teso e in clima di battaglia. I leader della Cgil, Guglielmo Epifani, e della Cisl, Raffele Bonanni, sono compatti nel dire “no” mentre da parte della Uil, Domenico Proietti, è arrivata la dichiarazione che la federazione è “pronta ad iniziare una discussione con il Governo, che per inciso fino ad ora non c'è stata, per affrontare i problemi aperti dalla sentenza della Corte di Giustizia Europea sull'età pensionabile delle donne nel pubblico impiego”. Il sindacalista suggerisce la possibilità che l'uscita dal lavoro a 65 anni avvenga su base volontaria. Cgil e Cisl non ci stanno - Posizione più dura quella di Bonanni: “Non siamo d'accordo per ragioni di metodo e di merito. Per la Cisl - spiega - è inammissibile che su un tema delicato come quello delle pensioni, il Governo abbia deciso unilateralmente, senza aprire un confronto con il sindacato, come si è sempre fatto per tutti gli interventi sulla previdenza”. Ancora più duro Epifani: "E' un momento di crisi, innalzare l'età pensionabile in questa fase, proposta che per ora riguarda il settore pubblico, ma non è escluso possa essere estesa anche al privato, vuol dire caricare i costi della crisi due volte sul mondo del lavoro e tre volte sulle donne lavoratrici. Esprimo per questo un dissenso forte nel merito e nel metodo". Da parte dell'esecutivo, il ministro del Welfare Maurizio Sacconi prova ad ammorbidire i toni: "Non vi è nessuna bozza pronta per l'Ue, il tema dell'innalzamento dell'età pensionabile delle donne deve essere un tema da affrontare in sede di Consiglio dei ministri", ha detto precisando che "non è stato deciso nulla, solo contatti con l'Unione Europea per vedere quali sono gli spazi decisionali". Confindustria: necessaria riforma pensioni - Per il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, una riforma del sistema pensionistico è necessaria per poter destinare risorse agli ammortizzatori sociali. "Noi - ha detto Marcegaglia - abbiamo un welfare che è tutto sbilanciato sulle pensioni. Sarebbe meglio avere più soldi stanziati per chi perde posti di lavoro, quindi ammortizzatori sociali, per le donne e per la famiglia, mentre noi abbiamo un welfare tutto sbilanciato da quella parte".

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