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Caos sui certificati antimafia: Pdl e Lega litigano ancora

Brunetta: "Via il documento che dimostra la lontananza dai boss". Maroni critico: "Non si tocca, è uno strumento indispensabile"

Andrea Tempestini
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Il ministro Renato Brunetta sfoltisce con l'accetta i certificati "inutili". Il titolare del dicastero della Pubblica Amministrazione ripete il suo mantra: "Una delle vitamine per la crescita è la semplificazione. Perché famiglie e imprese deveono fornire certificati alla Pubblica amministrazione che li ha già in casa? Basta con il Durc (documento unico di regolarità contributiva, ossia l'attestazione dell'assolvimento da parte dell'impresa degli obblighi legislativi e contrattuali nei confronti di Inps, Inail e Cassa Edile, ndr). Basta certificati antimafia. Basta pacchi di certificati per partecipare ai concorsi". Brunetta insiste, spiegando come sia possibile varare "riforme a costo zero per rendere più semplice la vita a famiglie e imprese". Dura replica di Maroni - Ma è sui certificati antimafia che, inesorabilmente, ritorna a crescere la tensione all'interno delle due principali figure della maggioranza, Pdl e Lega Nord. A Brunetta ha risposto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni. Le parole del leghista non lasciano spazio a dubbi: "La certificazione antimafia non può essere modificata perché è uno strumento indispensabile per combattare la criminalità organizzata e, in particolare, per contrastare le infiltrazioni malavitose negli appalti pubblici". Un ministro, insomma, smentisce l'altro. "Il governo - ha continuato Maroni - del resto ha appena approvato il Codice delle leggi antimafia che ha riscritto la normativa sulla certificazione antimafia per renderla più efficace e rapida, venendo incontro anche alle richieste del mondo delle imprese". Eliminare completamente i certificati" - Brunetta ha spiegato che ai cittadini non sarà più richiesto né il Durc né la certificazioni antimafia:  secondo quanto prospettato dal ministro, si dovrà procedere sempre all'acquisizione d'ufficio. Questa una delle misure di maggiore impatto contenuta nel Dl Sviluppo. L'obiettivo finale a cui si ambisce è quello di eliminare completamente i certificati nei rapporti con la PA, che dovranno essere sostituiti da autocertificazioni. Le certificazioni rilasciate dalla Pubblica Amministrazione saranno valide esclusivamente nei rapporti tra privati: questi documenti saranno contraddistinti dalla dicitura "il presente certificato non può essere prodotto agli organi della pubblica amministrazione o ai privati gestori di pubblici servizi". Semplificare le gare pubbliche - "La proposta normativa è in fase di avanzata elaborazione, e attraverso una serie di modifiche chirurgiche al Testo unico sulla documentazione amministrativa del 2000 - assicura Brunetta - farà compiere un notevole salto di qualità nella regolamentazione dei rapporti della Pubblica amministrazione con cittadini e imprese. Un altro degli obiettivi è quello di semplificare la partecipazione alle gare pubbliche: "Le amministrazioni certificanti dovranno individuare un ufficio responsabile per tutte le attività volte a gestire, garantire e verificare la trasmissione dei dati o l'accesso diretto alle informazioni da parte delle amministrazioni precedenti. E' lecito ritenere che le stringenti disposizioni di questo pacchetto consentiranno di portare a compimento il cammino intrapreso nel 1997 con le prime norme sull'autocertificazione". La norma citata dal ministro prevedeva il ricorso all'autocertificazione al posto di quella della procura nei casi di contratti relativi a lavori o forniture dichiarati urgenti e di provvedimenti di rinnovo conseguenti a provvedimenti già disposti. Dura reazione del Pd - Al Partito Democratico, però - come all'Idv che non ha esistato a parlare di "governo dei mafiosi" - non piace l'eliminazione del certificato antimafia. La dura reazione è affidata al vicepresidente dei deputati democratici, Michele Ventura. "Il ministro Brunetta vuole bruciare la certificazione antimafia per le imprese. Ecco le idee dell'esecutivo Berlusconi per la crescita: meno legalità per tutti".

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