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Smemorata Delitto di Novi, Erika non ricorda "Omar? Che nervoso. Mia madre? Mi manca"

Su 'Panorama' a dieci 10 anni dal delitto. La ragazza ricorda: "Quando arrivano gli incubi durano giorni"

Lucia Esposito
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21 febbraio 2001. Erika De Nardo e Omar, due fidanzatini di 17 anni, uccidono la madre e il fratellino di undici anni della ragazza. Un piano ben studiato che sfocia in un raptus da cinquanta coltellate.  A dieci anni dal delitto di Novi Ligure, costato la condanna a 16 e 14 anni, Erika racconta la sua nuova vita a Carmelo Abbate di  «Panorama» (in edicola venerdì 30), tra sogni di maternità, incubi notturni e voglia di libertà. Di quella sera Erika fa una rilettura che forse l'aiuta a cancellare il senso di colpa e a rimuovere il macigno di un delitto che pesa sulle sue spalle. il fidanzatino Alle poche amiche con le quali ha stretto un'amicizia simbiotica continua a ripetere che è stato Omar. Erano entrambi sotto l'effetto della cocaina e lei non è riuscita a impedirglielo. (...) Erika odia Omar. «Mi innervosisco solo a pronunciare il suo nome. È come se qualcuno mi accoltellasse ogni volta che ci penso». Cova sentimenti di vendetta. Perché lo ritiene responsabile del duplice omicidio, perché era molto geloso e possessivo, perché ha un padre che non le è mai piaciuto. la paura «Mia madre mi manca da morire, vorrei tanto fosse qui con me» dice Erika alle amiche. E, quando viene a sapere di una persona a lei cara che ha rischiato di morire, si sfoga così: «Io sono spaventata. Ho perso mia mamma e mio fratello, ancora non riesco ad accettare che non ci siano più. E non voglio perdere anche lui». gli incubi Erika sogna spesso la madre, che le sta vicino, la abbraccia, le dice di stare tranquilla perché lei le vuole bene. Gli incubi quando arrivano durano settimane: si sveglia in piena notte, urla  (...) Erika è preoccupata per gli attacchi di ansia. A volte durano anche mezz'ora e la fanno spaventare. Non ne parla con il padre, non vuole che si preoccupi. il padre - Lui è sempre lì, a festeggiare il suo compleanno in sala colloqui, da solo o con la nonna materna, che non ha mai smesso di volerle bene. la cocaina - La saggia Erika che scrive una lettera di resa a una amica: «Abbiamo perso tutti contro la cokaina» con la k. «Anche io ho perso, senza neppure riuscire a combattere». il conforto della bibbia - Erika legge la Bibbia e gli scritti di Madre Teresa di Calcutta. Si stampa la poesia “Donna” della missionaria albanese, e sottolinea alcuni passaggi: «Però ciò che è importante non cambia, la tua forza e la tua convinzione non hanno età... Non trattenerti mai!». ottima cuoca Oltre a scrivere Erika guarda molto la televisione, soprattutto Mtv. (...) Le è piaciuto molto Roberto Benigni a Sanremo, quando ha detto che «se vuoi realizzare i tuoi sogni ti devi svegliare». (...) Ha un debole per l'attore Vin Diesel. Il massimo è guardare la tv con una buona pizza davanti. La fa lei, è bravissima. Altro suo pezzo forte dietro i fornelli, la crema pasticciera, con una ricetta tutta sua (...). le amiche di cella Tra le sue amiche più care una diciottenne romena. Si chiama Lory, è la passione di Erika (...) Lory che la osserva e la imita, Erika che spera che non impari proprio tutto da lei. Lory che la aiuta con la pellicola per schiarire i peli, vera ossessione di Erika. Lory ed Erika che ballano il waka waka, la loro canzone, che festeggiano con il cuscus l'uscita di una compagna, e che combinano disastri in cucina. l'amore dietro le sbarre - Erika che un bel giorno di un paio d'anni fa vede passare sotto la finestra il gruppo dei ragazzi e incrocia lo sguardo di uno che aveva già visto al Beccaria. Si innamora. Conta le ore che la separano dall'incontro con lui, cinque minuti rubati di nascosto. Si mette a letto con le sue lettere sotto il cuscino, per sentirlo più vicino. Sogna un futuro con lui, un figlio, e si vede già in sala parto con il suo uomo accanto che le tiene la mano. Lui che è un rapinatore seriale, e cocainomane. (...)  «Voglio sentirmi amata, come merito. Voglio una vita serena e tranquilla, una vita normale. Io in carcere non ci voglio più tornare». la libertà - Il primo permesso per andare in comunità dopo tanti anni. Erika gioca a pallavolo, fa il bagno in piscina, fa la contadina tra cani, gatti, maialini, falchi, uccelli, colombe bianche, pappagalli, caprette, conigli. Poi monta a cavallo, galoppa per ore in groppa a una bellissima puledra di nome Pioggia. i sogni - Vuole fare un bagno al mare, prendere la patente, una casa in affitto. Poi un lavoro, un marito, dei figli, una vita tranquilla. «Libera davvero, dopo tutti questi anni, mamma mia, ho l'ansia». Ma prima c'è da fare il passo più difficile e importante: «Andare da mia mamma. Lì sarà ancora più difficile. Non so se ce la farò. Al solo pensiero mi prende male. Ma devo farlo».

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