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In aula la stretta su intercettazioni

Maurizio Lupi: "Il tema subito in aula". Il Guardasigilli Nitto Palma: "Serve fare in fretta". Mobilitiazione di opposizione, toghe e blogger

Andrea Tempestini
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La discussione sulle intercettazioni è in dirittura d'arrivo. Infatti, secondo quanto ha confermato il vice presidente della Camera, Maurizio Lupi, il ddl sul tema verrà affrontato mercoledì prossimo in Aula. Questa conclusione è emersa dopo il vertice di maggioranza che si è svolto a Palazzo Grazioli, alla presenza del presidente del Consiglio. Si è discusso inoltre del calendario della riforma costituzionale al Senato, "stabilendo di arrivare al primo voto entro 40 giorni". Mercoledì 5 ottobre si terrà dunque la votazione delle questioni pregiudiziali di costituzionalità sul ddl intercettazioni. Stretta sulle intercettazioni - Nei giorni dell'attacco frontale sferrato dalle procure la maggioranza accelera sulle intercettazioni: la discussione infatti vede il traguardo. Lo ha confermato il vice presidente della Camera, Maurizio Lupi: il ddl sul tema verrà affrontato in aula mercoledì prossimo. Lo si è appreso al termine del vertice di maggioranza che si è tenuto a Palazzo Grazioli, con Silvio Berlusconi presente. All'ordine del giorno anche il calendario della riforma costituzionale al Senato: si è stabilito di arrivare al voto entro 40 giorni, e da mercoledì 5 ottobre si terrà la votazione delle questioni pregiudiziali di costituzionalità sul ddl intercetatzioni. "Nemmeno a Cuba" - La stretta è stata auspicata nuovamente dal Cavaliere, che nella cena di compleanno di mercoledì sera a casa di Alessandra Mussolini, ha sbottato: "Ma vi rendete conto che sono state fatte 100mila intercettazioni per spiare me, i miei familiari e i miei ospiti? Non è mai successo a nessuno. Nemmeno nella Cina di Mao o nella Cuba di Fidel Castro. I magistrati si stanno facendo la guerra, sono pronti a uccidersi a vicenda pur di farmi fuori". Il Guardasigilli Francesco Nitto Palma è compatto, schierato con il Cavaliere. In un'intervista rilasciata al Messaggero ha spiegato che la necessità è "fare in fretta", anche se ha precisato alcuni punti che andrebbero rivisti. "Non mi convince - ha spiegato il ministro della Giustizia - l'assenza di norme per evitare le cosiddette intercettazioni a strascico, ma anche la registrazione di telefonate irrilevanti dal punto di vista penale e la successiva trascrizione delle conversazioni". Le proteste dei blogger - Contestualmente tornano a salire d'intensità le proteste dell'opposizione contro quella che bollano come "legge bavaglio". Una manifestazione è stata indetta a piazza del Pantheon a Roma dal Comitato per la libertà e il diritto all'informazione, alla cultura e allo spettacolo: "Diremo no al reiterato tentativo del governo di imbavagliare l'informazione. Siamo con la società civile e decine e decine di associazioni, movimenti e sindacati a fronteggiare questo ennesimo ricatto alla democrazia". Al corteo hanno subito aderito Cgil, Fnsi, l'ordine dei giornalisti e la politica: Pd, Idv, Verdi e Federazione della Sinistra. Si mobilitano anche i blogger per combattere le norme "ammazza blog", che prevedono la possibilità di imporre ai gestori di tutti i siti web l'obbligo di procedere alla rettifica di ogni contenuto pubblicato dopo una semplice richiesta del soggetto che si ritiene leso. In caso di mancata rettifica, il blogger rischierebbe una sanzione fino a 12mila euro.

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