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Tutta la rabbia di Berlusconi: "Tremonti? Fa grossi danni"

Cav furibondo: "Giulio ha superato il limite, così colpisce il Paese. Vuole votare? Provi a sfiduciarmi, nessuno lo sopporta"

Andrea Tempestini
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Silvio Berlusconi fa una smorfia di fastidio: «Cos'è che ha detto quello lì?». Quello lì è Giulio Tremonti. E, dal vertice Ecofin, ha appena sostenuto che la Spagna sta meglio dell'Italia perché lì si andrà presto al voto, «che è di per sé una prospettiva di cambiamento». Tradotto brutalmente: se il Cavaliere si toglie di mezzo, è facile che il differenziale tra i titoli italiani e quelli tedeschi smetta di ballare. Pensionare Silvio - lascia intendere il ministro dell'Economia - è la soluzione per dare fiducia ai mercati: è così? Tremonti voleva dire questo? Raggiunto telefonicamente a Lussemburgo dagli ambasciatori berlusconiani, appreso che il premier sta sacramentando per le sue parole, l'inquilino di via XX settembre manda fuori una nota per smorzare le proprie affermazioni. È un malinteso, giura. Oramai, però, la frittata è già in cottura. "Giulio e Silvio, i sacrifici fateli voi". Il videoeditoriale su LiberoTv Berlusconi è fuori come un balcone: «Ma Giulio è impazzito? Con queste uscite fa male all'Italia». Ad aggravare la posizione del superministro c'è la recidività: non è la prima volta che Tremonti fa così  quando viaggia all'estero. Recentemente, e in via confidenziale, Giulio aveva espresso preoccupazione per la credibilità del governo italiano: lui lavora alla causa e Berlusconi disfa tutto con le sue vicende personali. Il pissi-pissi era arrivato all'orecchio del capo dell'esecutivo e Silvio c'era rimasto parecchio male. Adesso è peggio. Perché non si tratta di confidenze riportate, ma di una dichiarazione ufficiale fatta in conferenza stampa. Davanti ai giornalisti di tutta Europa. Che nervi: «Tremonti ha superato il limite. Vuole andare al voto?», ora il tono è quello della sfida, «Bene: trovi i voti in Parlamento per sfiduciare il mio governo». Giulio che organizza la fronda: «Ma dove va? Non se lo fila nessuno. Con quel suo modo di fare da primo della classe sta antipatico a tutti, ministri e deputati». E si arriva alla ciccia: qui la nuova sfida tra Berlusconi e Tremonti non è sulle parole, quelle sfuggite al ministro dell'Economia, ma sui contenuti. Silvio sta caricando di grandi attese il decreto sviluppo, quello che, a suo dire, dovrà dare «una frustata» a un'economia che s'è piantata. E un po' di ossigeno a una coalizione che soffre il dramma della impopolarità. Il problema? Di nome fa Giulio: il Cavaliere inizia a sospettare che Tremonti intenda boicottarlo costringendolo a un decreto a costo zero. Cioè privo di fondi per sostenere la crescita. D'altronde c'è elettricità in tutto il governo. I ministri sono allarmati per i tagli ai propri dicasteri, fioccano minacce di dimissioni. E ieri, in Transatlantico, per un po' è girata anche la voce di un gesto clamoroso del premier, in polemica con chi si tiene stretta la borsa e non vuole sganciare. Determinante sarà il vertice di maggioranza convocato a Palazzo Grazioli per domani. L'idea è quella di unire le forze, tutti contro Tremonti, per mettere il ministro spalle al muro. E scippargli il portafogli. Se non bastassero gli argomenti di attrito, ecco Bankitalia. La pratica è sospesa, fermata dal braccio di ferro tra Berlusconi e Tremonti sul nome del nuovo governatore. Il tutto potrebbe sbloccarsi se i due si parlassero. Si parleranno? Un'occasione potrebbe esserci sempre giovedì, quando a Palazzo Chigi è convocato il consiglio dei ministri. Chissà. Ma Silvio, sfinito dalle continue polemiche interne, potrebbe anche salutare tutti e partire. Girano indiscrezioni su un imminente viaggio in Russia dall'amico Vladimir Putin. Nulla di deciso, però. E, in questi casi, specie se dovesse trattarsi di una visita privata più che un bilaterale col governo russo, a Palazzo Chigi tengono le bocche cucite. di Salvatore Dama

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