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Superaccusati Silvio: "Io sono come la Knox. Le toghe hanno fatto una figuraccia mondiale"

Berlusconi si immedesima: "Abbiamo fatto una figuraccia a livello mondiale". E Alfano rincara la dose: "Nessuna toga pagherà"

Andrea Tempestini
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Due ragazzi tenuti in gattabuia per quattro anni e poi assolti con tante scuse; una debacle giudiziaria per il nostro Paese andata in onda in mondovisione; una vicenda che ha fatto girare parecchie scatole dall'altra parte dell'Atlantico (e il momento non era dei più opportuni). E di chi è la colpa? Di nessuno, ovvio: è pur sempre della giustizia italiana che si sta parlando oppure no? Decisamente troppo, specialmente per chi - come Silvio Berlusconi - sul tema delle storture del sistema giudiziario italiano ha sviluppato una certa sensibilità. Così, al premier basta sfogliare la rassegna stampa del mattino, dominata dal caso Amanda e dove già affiora il disappunto statunitense, per sbottare: «Che figura di m....a planetaria! Abbiamo un sistema giudiziario che ridicolizza l'Italia agli occhi del mondo». Il Cavaliere riflette a voce alta: «L'appello ha ribaltato la tesi sostenuta dall'accusa, ma nessun pubblico ministero pagherà per quell'errore». Due ragazzi in galera per quattro anni. «È la dimostrazione che la riforma della giustizia va fatta e in fretta. È una priorità. Ora la gente sa che non è una questione privata di Silvio Berlusconi», autocitazione. Il premier come Amanda? «So che cosa significa sentirsi perseguitati dalla giustizia». Nel suo caso, poi, le sviste non sono casuali ma dolose: è «l'ideologia» che ispira le toghe che lo inquisiscono, insieme al desiderio di «buttare giù il mio governo democraticamente eletto dal popolo». L'ultimo «sopruso» di cui Berlusconi si ritiene vittima è la sentenza Mondadori, i quasi 600 milioni di euro che ha dovuto versare a De Benedetti in esecuzione di una sentenza che la Fininvest sospetta sia stata cucita su misura per bastonare il Biscione. Quanto accaduto a Perugia fa saltare la mosca al naso anche ad Angelino Alfano, che fa sì il segretario del Pdl ma che certi riflessi condizionati da Guardasigilli li ha ancora. Il numero uno di via dell'Umiltà non ci sta e si leva il macigno dalla scarpa: «Mi chiedo chi risarcirà Amanda Knox e Raffaele Sollecito per una detenzione ingiusta», afferma Alfano, secondo cui il problema è che  «in Italia nessuno paga per gli errori giudiziari». E che di errore giudiziario si debba parlare, per l'ex ministro della Giustizia, è evidente: «La Corte ha dichiarato innocenti i due,  con ciò affermando implicitamente che la detenzione non doveva   esserci». Così, sull'onda della sentenza del processo Meredith, il tema della responsabilità civile dei magistrati (storica chimera del centrodestra) torna al centro del dibattito. Dall'opposizione si accusa Alfano di strumentalizzare il processo perugino a fini di politica interna: il capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro si chiede «chi paga per i lodi di Alfano» mentre il segretario dell'Anm Luca Palamara si lamenta perché «sembra sempre ci sia una mannaia su   chi svolge l'attività di magistrato». Replica dalla maggioranza la vicecapogruppo alla Camera Isabella Bertolini: «Mi auguro soltanto che ora non si ripeta quello che è successe dopo il caso Tortora, dove chi sbagliò clamorosamente tra la magistratura venne comunque promosso». Per la senatrice azzurra Simona Vicari, invece, «sono risibili le contestazioni di chi o per difesa di casta o per evidente malafede è pronto a negare l'evidenza di una magistratura che in Italia commette troppi errori». di Salvatore Dama e Marco Gorra

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