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Il Trota e quella tessera taroccata

Bossi jr in verità a luglio non era ancora iscritto al partioto. Intanto il giornale leghista censura Tosi

Andrea Tempestini
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congresso di domenica, il figlio del Senatur risulta iscritto a Gemonio dal primo aprile 2011. La circostanza gli ha consentito di  eleggere i delegati. Però non ha un curriculum sufficiente per essere uno di loro, i quali sceglieranno il nuovo leader locale. Peccato che, carte alla mano, c'è qualcosa che non torna. Ed era stato scritto proprio da Libero il 22 luglio scorso. Il primo aprile il ragazzo aveva presentato nella sede del suo paese di residenza la richiesta per diventare militante, poi approvata il 25 maggio. La pratica era finita al direttivo di circoscrizione, che aveva dato il via libera l'8 giugno trasmettendo la domanda alla sede provinciale il 14 luglio. Sarebbe stato l'ultimo passaggio formale per accogliere a pieno titolo Renzo nel movimento. Tant'è vero che, come dispone il regolamento interno del Carroccio, la richiesta di militanza del riccioluto consigliere regionale era stata esposta nella bacheca delle sede all'inizio di maggio. Quindi è sorprendente che nell'elenco degli iscritti di Varese il ragazzo sia stato inserito con una data di aprile. Non solo. Proprio nell'articolo di Libero avevamo riportato le dichiarazioni dei dirigenti leghisti di Varese che avevano confermato la nostra ricostruzione. Il segretario della sezione di Gemonio Andrea Tessarolo spiegava che il Trota non aveva avuto corsie preferenziali, e anzi «si è sempre impegnato e viene spesso in sede». Il responsabile di Circoscrizione Antonio Sala confermava: «La militanza non è un regalo ma una cosa seria», quindi «è normale» che Bossi junior stesse seguendo tutta la trafila. Stessi concetti anche per il segretario provinciale Stefano Candiani, che spiegava: «Come tutti gli altri iscritti, anche Renzo Bossi ha il diritto di chiedere la militanza». Ripetiamo: era Libero del 22 luglio. Questa faccenda contribuirà a iniettare nuovi sospetti in una partita già tesa all'inverosimile. Il Senatur ha fatto il nome di Maurilio Canton, dicendo a chiare lettere di volerlo al timone del movimento. Canton è sostenuto dal capogruppo alla Camera ed esponente del cerchio magico Marco Reguzzoni. Il segretario provinciale uscente, il maroniano Candiani, non si ricandiderà e ieri ha subìto un violento attacco dal senatore Fabio Rizzi, che sembrava volesse puntare su Donato Castiglioni che nelle ultime settimane era considerato la mediazione ideale tra cerchio magico e fedelissimi di Roberto Maroni. Fatto sta che su varesenews Rizzi ha parlato proprio di Castiglioni: «Non si ritirerà dalla competizione (...). Non vuole fare l'ago della bilancia tra Maroni e Reguzzoni, vuole solo andare contro Candiani». Di più: secondo Rizzi, Castiglioni «sono due anni che gira le sezioni proponendosi come l'anti-Candiani». Peccato che la persona in questione fosse anche segretario organizzativo provinciale, non uno qualunque. Le bordate di Rizzi sono rimbalzate fino a Roma, dove ieri ha avuto un colloquio col Senatur per parlare del caso-Varese: il parlamentare ha assicurato di non voler sponsorizzare Castiglioni. Domenica, contrariamente a quanto sembrava nelle ultime ore, potrebbe essere della partita anche Leonardo Tarantino, bollato come maroniano doc anche se il ministro dell'Interno non l'ha mai investito direttamente. Ufficialmente tutti dicono di votare per Canton come desiderato da Bossi (l'ha confermato pure Maroni) ma non è escluso possano esserci sorprese. D'altronde pure in un vecchio congresso provinciale a Bergamo i militanti avevano disatteso le indicazioni del leader, scegliendo il giovane Cristian Invernizzi anziché Giacomo Stucchi. Varese è decisiva soprattutto perché le truppe di Maroni hanno conquistato sia la Val Camonica che Brescia. Avanzassero anche nella culla del movimento non avrebbero rivali in vista del futuro congresso per scegliere il segretario in Lombardia, dove Reguzzoni che vorrebbe sostituire il maroniano Giancarlo Giorgetti. Tra le tante voci che girano in queste ore, si sussurra che il congresso di Varese potrebbe essere addirittura rimandato per evitare spargimenti di sangue. Tanto per far capire ancora di più il clima avvelenato in casa Lega, c'è da segnalare che la Padania di ieri ha pubblicato foto e resoconto dell'incontro di Maroni col sindaco di Brescia Adriano Paroli del Pdl. Non una riga sul faccia a faccia tra Bobo e il sindaco leghista di Verona Flavio Tosi, recentemente attaccato da Roberto Calderoli e dal cerchio magico. di Matteo Pandini (ha collaborato Marco Tavazzi)

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