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Cassazione: pm non coinvolti processo Scazzi: resta a Taranto

La Suprema Corte respinge la richiesta dei difensori di Sabrina e Cosima di trasferire il caso a Potenza per "coinvolgimento emotivo"

Lidia Baratta
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Il processo sul delitto di Sarah Scazzi resta a Taranto. Lo ha deciso la prima sezione penale della   Cassazione respingendo la richiesta di remissione del processo avanzata dai difensori di Sabrina Misseri, accusata con la madre   Cosima Serrano, di concorso in omicidio volontario, sequestro di   persona e soppressione di cadavere.  In pratica, a modo di vedere degli ermellini, i giudici di   Taranto, davanti ai quali domani si riaprirà dunque l'udienza   preliminare, non sono in alcun modo condizionati nel prendere la  decisione. Di diverso avviso era stata la pubblica accusa di piazza   Cavour che ieri, a sorpresa, si era schierata dalla parte della difesa  di Sabrina chiedendo che il processo venisse spostato da Taranto a   Potenza per un "clima ambientale" che a suo dire si sarebbe  "riverberato sulla serenità" dei giudici tarantini.  Una tesi che evidentemente la prima sezione penale della   Cassazione presieduta da Severo Chieffi non ha condiviso. Da qui il   rigetto del ricorso con la condanna al pagamento delle spese   processuali.

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