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Clini: Nucleare, forse sì Ministro già nella bufera

Il titolare dell'Ambiente: "Il ritorno al nucleare è un'opzione sulla quale bisognerebbe riflettere molto". I verdi lo massacrano

Giulio Bucchi
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Sì al nucleare, a certe condizioni. Il nuovo ministro dell'Ambiente Corrado Clini, intervenuto a Un giorno da pecora su Radiodue, si sbilancia sulle centrali nucleari e viene travolto dalle critiche selvagge degli ambientalisti. "Il ritorno al nucleare è un'opzione sulla quale bisognerebbe riflettere molto - ha detto Clini -, anche se quello che è avvenuto in Giappone ha scoraggiato. Però di base la tecnologia nucleare rimane ancora, a livello globale, una delle tecnologie chiave. Quindi sì a certe condizioni". Di mezzo, però, c'è il referendum di giugno con il no di 27 milioni di italiani sull'onda del disastro di Fukushima. Su questo fanno leva verdi e compagni: "Sul nucleare gli italiani si sono espressi con chiarezza e lo hanno rispedito al mittente senza possibilità di equivoco - ha detto Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd -. Mi auguro che il neo ministro Corrado Clini non sprechi un solo attimo del suo tempo su un binario morto come il nucleare. Una scelta sbagliata, insicura e antieconomica". "La posizione di Clini è incompatibile con l'Italia, con il risultato dei referendum, con l'ecologia e con l'intero mondo ambientalista. Clini ha iniziato nel peggiore dei modi", avvertono i verdi. "Se il buongiorno si vede dal mattino oggi non è un buon giorno per l'ambiente", taglia corto il leader Idv Antonio Di Pietro. "Un'ottusa politica del passato", la battezza Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia. E pensare che Clini ha parlato anche di Ogm, a cui il ministro è favorevole "per le piantumazioni in zone appenniniche" per attuare "la sicurezza dei suoli evitando il dissesto idrogeologico. Sono contrario - conclude - agli Ogm per produzioni agricole e alimentari". Salvato in corner dall'ira doppia degli ambientalisti.

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