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Finmeccanica, soldi e appalti Nomi di La Russa e Giovanardi

Inchiesta Enav, Borgogni chiede un tavolo con i politici per decidere le nomine. Ecco coem i manager pagavno le tangenti

Giulio Bucchi
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Lorenzo Borgogni era il "collettore di rapporti con i politici per conto di Finmeccanica e mi sono sempre occupato di trasferire le loro richieste alle società del gruppo. Nomine, assunzioni, appalti". La rivelazione arriva dallo stesso Borgogni, responsabile delle relazioni esterne dell'Ente indagato dalla Procura di Roma nell'ambito dell'inchiesta sull'Enav che ha portato all'arresto dell'amministratore delegato Guido Puglesi. Una galassia, quella di Finmeccanica e delle aziende correlate, strettamente legata alla politica. In maniera malata, sospettano i pm, perché si parla di soldi e altre utilità in favore di onorevoli e loro familiari. Nelle ultime ore si moltiplicano i nomi nelle carte dei magistrati. Nomine e pressioni - Dopo gli ex ministri Giulio Tremonti (che ha smentito ogni frequentazione con Pugliesi) e Altero Matteoli e gli onorevoli Andreotti e Brancher, ieri è stato il turno di Ignazio La Russa e Carlo Giovanardi. Borgogni ha parlato di un "tavolo" dove si decidono nomine da spartire tra i partiti. Una volta, ricorda l'uomo di Finmeccanica, è stato Gianni Letta a proporre un candidato per conto di Giovanardi. E ancora Scajola e Marco Milanese. Una rete di rapporti che ha tirato in ballo anche il tesoriere Udc Naro: incarichi ai politici, mazzette versate in proporzione agli appalti ricevuti, tangenti pagate con fondi neri creati attraverso il sistema delle "sovrafatturazioni" ci cui hanno parlato altri due testimoni pesanti coinvolti nell'inchiesta, il consulente Lorenzo Cola e l'imprenditore Tommaso Di Lernia. Giovanardi, al Giornale, non commenta il suo presunto coinvolgimento ma si limita a criticare l'Udc, tirata in ballo per mazzette da 200mila euro ma che in parlamento votà per l'arresto di Alfonso Papa: "Non mi risulta che l'Udc sia meglio di altri. La nostra tradizione, la tradizione democristiana, non contemplava questa insensibilità. Invece l'Udc si è fatta prendere la mano. Un rigurgito di giustizialismo che mi ha lasciato sgomento". Borogni, per bocca del suo avvocato Stefano Bortone, conferma le indiscrezioni precisando che di aver "funzionalmente agevolato una serie di rapporti anche istituzionali: ma ciò non significa, ovviamente, che sia anche compartecipe di eventuali misfatti altrui".  

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