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Assalto all'ambasciata inglese Teheran, liberi i sei ostaggi

Un gruppo di studenti ha occupato l'edificio e bruciato bandiere della Gran Bretagna: guerriglia, scontri ancora in corso

Giulio Bucchi
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Sono stati liberati i sei dipendenti dell'ambasciata inglese a Teheran presi in ostaggio dai manifestanti durante l'assalto alla sede diplomatica britannica. Nella capitale dell'Iran sono ancora ore di tensione e violenza. Un centinaio di studenti filo-governativi ha fatto irruzione all'interno dell'edificio durante una manifestazione di protesta contro le sanzioni decise da Londra contro il governo di Ahmadinejad. Alcuni di loro hanno bruciato una bandiera della Gran Bretagna. Prima di liberare gli ostaggi, le forze dell'ordine rivolgendosi agli studenti avevano detto: "Se non ve ne andate da qui, non liberiamo i vostri compagni che si trovano ancora all'interno dell'ambasciata". Secondo l'agenzia Isna, la mossa aveva come obiettivo di convincerli a lasciare l'ambasciata britannica su viale Ferdowsi dopo l'assalto. Il timore è che la manifestazione odierna possa essere la prima di tutta una serie di eventi violenti. Varie scritte contro Usa e Gran Bretagna sono apparse sui muri, in alcune delle quali l'ambasciata viene definita non più "covo di spie", come fu chiamata quella Usa, ma "covo della fitna", parola araba per 'sedizione'. Su uno dei cartelli si legge "Gli Usa sono ancora il Grande Satana e la Gran Bretagna è un governo di volpi". La protesta - Gli studenti hanno organizzato la protesta anche per esprimere il loro sostegno al recente disegno di legge parlamentare che abbassa il livello dei rapporti tra il ministero degli Esteri iraniano e il Foreign Office britannico. In base al disegno di legge, i rapporti tra Teheran e Londra saranno ridotti al livello di incaricati d'affari e per questo l'ambasciatore britannico avrà due settimane di tempo per lasciare l'Iran. La tv di Stato iraniana ha mostrato le immagini in diretta degli studenti che hanno rotto alcuni vetri dell'ambasciata con delle pietre e lanciato documenti dalle finestre. In precedenza i manifestanti riuniti davanti all'ambasciata avevano lanciato slogan come "Morte alla Gran Bretagna" e "Via la Gran Bretagna", bruciando anche bandiere israeliane. I manifestanti hanno incendiato i documenti sottratti dagli uffici della sede diplomatica.    

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