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Almeno una buona notizia. svuotate le province

Segnale anti-casta: abolite le giunte, i presidenti dovrebber essere nominati da un Consiglio di 10 membri

Andrea Tempestini
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Monti comincia a tagliare i costi della politica. Con la manovra anti crisi approvata ieri vengono modificate le norme che regolano le Province: «Verranno profondamente modificate», ha annunciato il premier Mario Monti. Precisando: «Non abbiamo potere di cancellarle. Ma nel decreto legge approvato dal consiglio dei ministri le modifiche apportate prevedono solo dieci componenti». Gli organi previsti «vengono riportati al ruolo di governo intermedio», con «una drastica riduzione dei consiglieri». Monti entra nel dettaglio delle misure che tagliano i costi della politica: «Si stabilisce il principio della gratuità delle cariche elettive negli organi territoriali non previsti dalla Costituzione che si considerano a titolo onorifico. Abbiamo anche ridotto il numero dei componenti delle otto Autorità indipendenti: da complessivi 50 membri a 28, presidenti compresi». Questo è solo il primo intervento, assicura Monti. «È ovvio che si deve fare di più. Nel decreto non ci sono parole o intenzioni. Ma abbiamo deciso in parallelo di avviare un iter per quanto riguarda i costi della politica». Tuttavia il taglio fa infuriare il presidente dell'Unione delle Province Giuseppe Castiglione: «Il provvedimento, nei termini in cui lo ha illustrato il Presidente Monti, è palesemente anticostituzionale». Altro che dialogo e confronto: «Il premier dimostra di non avere alcun rispetto per le istituzioni della Repubblica e smentisce quanto ci aveva dichiarato oggi nell'incontro farsa prima del consiglio dei Ministri. È evidente che con questo atto si apre un duro conflitto istituzionale, di cui certo il Paese non ha bisogno». L'Upi chiama in causa il Quirinale: «Facciamo appello al Presidente della Repubblica, perché vigili attentamente, prima di firmarlo, sul rispetto della Costituzione vigente. Tra l'altro, ridurre il taglio dei costi della politica alla cancellazione delle giunte e alla riduzione dei consigli provinciali è ridicolo, e dimostra un pressapochismo e una impreparazione che da un governo tecnico davvero non ci saremmo aspettati», conclude Castiglione. di Salvatore Dama

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