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Confindustria contro Monti: 800mila occupati in meno

La Marcegaglia lancia l'allarme: nel 2013 pressione fiscale da record. Siamo alla quinta recessione dal 1980

Lucia Esposito
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Un allarme inquietante quello che arriva da Confindustria. L'ufficio studio di viale Astronomia fa un ritratto a tinte fosche del nostro Paese: pressione fiscale record, al 54% nel 2013, il Pil di nuovo in calo nel 2012, nel 2013 quasi un milione di posti di lavoro in meno. Italia in recessione. Il centro studi di Confindustria sostiene che con la manovra di Monti si potrà arrivare al paregigo di bilancio nel 2013. E scrive: le manovre frenano il Pil ma senza gli interventi saremmo in un "percorso pre-fallimentare". La recessione - Per l'Italia è la quinta recessione dal 1980. A scatenare il deterioramento del quadro economico globale, già fiaccato dalla caduta nel 2008-2009, "la crisi dei debiti sovrani accompagnata e potenziata dalla frenata dei paesi emergenti, dagli effetti delle politiche di bilancio restrittive e dal peggioramento delle ragioni di scambio causato dai rincari delle materie prime". E la turbolenza dei mercati finanziari ha "riflesso il peggioramento accelerandone la diffusione nella percezione degli operatori economici la cui fiducia è scesa rapidamente, facendo ridimensionare i piani di spesa di famiglie e imprese". La già debole crescita italiana, infatti, si è contratta a partire dal terzo trimestre 2011 e fino a tutta la prima metà del 2012 il Pil è previsto scendere ad un ritmo medio dello 0,5%. Ma a partire dalla seconda metà del 2012 le variazioni congiunturali del Pil potrebbero tornare positive: "ciò accadrà nell'ipotesi più probabile che sia affrontata in modo risolutivo la crisi dei debiti sovrani dell'Eurozona, con il gioco cooperativo tra Stati e istituzioni, rientrino rapidamente le tensioni sui tassi di interesse a lungo termine e siano ripristinate le condizioni operative normali del credito e torni la fiducia tra le imprese".  L'Europa "è ad un bivio": o sceglie il dissolvimento dell'euro o imbocca un rientro in tempi brevi dalle insostenbili tensioni sui titoli sovrani per spingere la ripresa per metà 2012. "Non ci sono mezze misure" e sono "inconcepibili vie intermedie". Lo dice il centro studi di Confindustria. La ricetta - E' la crescita la chiave di volta per portare l'Italia fuori dalla crisi: a ribadirlo è il Centro Studi Confindustria secondo il quale "il lieto fine per l'Italia non può consistere solo nello scampato pericolo del dissolvimento della moneta unica, ma dal ritorno all'alta crescita". Un obiettivo raggiungibile a patto di mettere in atto una fitta stagione di riforme che faccia ripartire l'economia italiana. Per Viale dell'Astronomia bisogna puntare a migliorare l'efficienza della pubblica amministrazione, accorciare i tempi della giustizia, aumentare il grado di concorrenza nei servizi, elevare quantità e qualità dell'istruzione e rimuovere gli ostacoli all'occupazione.   Tra le priorità, sottolinea Confindustria, anche il potenziamento della protezione del welfare, gli incentivi e la promozione di ricerca e innovazione e l'innalzamento del "tasso di occupazione giovanile e femminile, riducendo i divari regionali". In questo senso, l'allungamento della vita lavorativa e i provvedimenti liberalizzatori promossi dal governo "vanno nella giusta direzione"

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