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Un Natale di depressione Consumi in picchiata

Le spese mai così basse dal 2000: gli italiani per cenone della Vigilia e di Natale hanno sborsato 2,3 miliardi di euro. Ma gli sprechi crescono

Andrea Tempestini
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Un Natale di crisi e consumi depressi. Secondo le stime della Coldiretti, per cibi e bevande per cenone della Vigilia e pranzo di Natale gli italiani hanno speso 2,3 miliardi di euro. In termini percentuali, rispetto all'anno precedente, la felssione è stata di 18 punti, pari a una spesa inferiore per 400 milioni di euro. Coldiretti senza giri di parole ha parlato di "peggior Natale" degli ultimi dieci anni. L'osservatorio nazionale di Federconsumatori, da parte sua, dopo aver elaborato i dati sui consumi relativi alle festività natalizie ha reso noto che, in pressoché tutti i settori, è stata registrata una forte contrazione rispetto ai consumi natalizi dell'anno precedente. Vince il Made in Italy - Per il 90% degli italiani che hanno festeggiato in casa il Natale, i cibi preferiti sono stati quelli Made in Italy: flessione per caviale, ostriche, salmone e champagne. La maggior parte delle tavole sono state imbandite con prodotti o ingredienti nazionali. La Coldiretti spiega che sono stati spesi 850 milioni di euro per pesce e carni, salumi compresi; 490 milioni di euro per spumante, vino e altre bevande; 400 milioni di euro per dolci e panettoni, pandoro e panetteria; 270 milioni per ortaggi, frutta fresca e secca, conserve; 190 milioni di euro per formaggi e uova. Gli sprechi - Se i consumi sono in picchiata, non si può dire altrettanto per gli sprechi: nel 2011 circa un quarto delle portate per Vigilia e Natale è stato buttato nella spazzatura, per un valore pari a circa mezzo miliardo di euro. In cima alla classifica degli sprechi i prodotti cucinati e quelli più deperibili, quali frutta, verdura, pane, pasta, affettati e latticini. Coldiretti conclude: "Un'abitudine che soprattutto in un momento di difficoltà generale sarebbe bene cambiare, riciclando gli avanzi con nuove ricette".Allarme saldi - Ma a preoccupare sono anche gli imminenti saldi di gennaio: le previsioni sono tutt'altro che positive. Le stime anche in questo caso sono state elaborate dal Codacons, e risultano allarmanti: "Saranno un flop. Le famiglie non hanno più possibilità di spendere per beni non essenziali, nemmeno in regime di sconti staglionali. Prevediamo una riduzione record degli acquisti durante i saldi, con picchi del 30-40% rispetto allo scorso anno".

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