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Il metodo di Montezemolo: con 25mila euro sei dirigente

La mail di Italia futura spiega che gli associati benemeriti (che pagano di più) "concorrono a definire la nostra linea"

Andrea Tempestini
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Scendo in campo, anzi no. Il presidente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo, è uscito a tutta velocità dai box, salvo poi rallentare la corsa. Fonda un roboante movimento dal patriottico nome Italia Futura, con la promessa di una ventata d'aria fresca  nel ristagnante mondo politico.  Dopo 24 ore nega la sua candidatura ma non l'impegno personale, proclamando  ad alta voce: «La Seconda Repubblica ha fallito, dobbiamo rinnovare con volti e idee nuove, perché le prossime elezioni saranno un appuntamento con la Storia». È bello immaginare un partito che rompa veramente con il passato, con regole limpide e cristalline.  Facce mai viste ma con una storia alle spalle, selezionate con criteri meritocratici. La macchina organizzativa, comunque, si è messa in moto e da qualche giorno sono iniziati i colloqui, gli incontri bilaterali con gli aspiranti sostenitori. I più gettonati, ovviamente, sono gli imprenditori.  I “casting” si svolgono a Roma in un palazzo del centro, vista Vaticano. La prima chiacchierata è di routine, con il candidato che parla della propria filosofia di vita, inneggiando al credo liberale. Ci si annusa con uno scambio reciproco di informazioni, ma è richiesto un curriculum vitae, professionale e ideologico. Dopo di che c'è un breve periodo di riflessione per studiare a tutto tondo il profilo del futuro membro. Che, se dichiarato idoneo dalla commissione giudicante, viene contattato dal Direttore Generale di Italia Futura in persona, tramite mail o scritto ufficiale, con le proposte sulle diverse modalità per sostenere l'associazione.  E qui arriva l'interessante. «Il Movimento», si legge, «si finanzia con libere contribuzioni sia di privati cittadini che di società.  Si parte con quote da 20 euro per i minori di 26 anni, per passare ai 100 euro dei soci aderenti, fino a 500 per i sostenitori».  Ma vi è anche la possibilità di fare il salto di qualità, che, ovviamente, non è proposto a tutti, ma solo ai più meritevoli e introdotti.  La richiesta diventa esosa:, ben 25mila euro, «di cui 15mila come contributo d'ingresso e 10mila come cadeau annuale rinnovabile dopo dodici mesi».  Grazie all'esborso della considerevole cifra è garantita l'entrata in Paradiso dalla porta principale, senza passare tra le beghe del Parco buoi, accedendo allo Status di Associati Benemeriti.  Una volta arrivati nella stanza dei bottoni si concorre, udite udite, «alla definizione delle linee di attività insieme alla Presidenza». In pratica per partecipare alle riunioni programmatiche di Italia Futura, nonché  guardare negli occhi il gotha imprenditoriale raccolto attorno al dottor Cordero, bisogna versare la cospicua somma, alla portata di pochi eletti.  Altrimenti si fa gavetta. Sorge spontanea una domanda: siamo sicuri che tali regole siano innovative e, soprattutto, in grado di scremare il meglio del prossimo parlamento nostrano? Infatti il cliché del pagamento per avere un incontro con i vertici confindustriali non è assolutamente una novità per Montezemolo, bensì una abitudine che viene da lontano.  E oltretutto non porta gran che fortuna. Torniamo indietro agli anni Ottanta, quando il giovane Luca era addetto alle pubbliche relazioni del Gruppo Fiat.  Un giorno, l'allora amministratore delegato dell'azienda torinese, Cesare Romiti, si accorse che il rampante manager chiedeva  un oneroso importo agli imprenditori per organizzare un meeting con il guru Gianni Agnelli.  Risultato: il delfino dell'Avvocato fu immediatamente messo alla porta e occorse  lungo tempo prima di recuperare la svanita fiducia. Corsi e ricorsi storici. di Massimo De Angelis

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