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Boom cocaina tra gli anziani: comunità invase da over 60

Nei giorni scorsi è stata arrestata una coppia di 78 e 75 anni: "La coca ci tiene su, è meglio del viagra". Ma non è un caso isolato

Andrea Tempestini
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«La cocaina è come il Viagra, ci tira su». Questa è la spiegazione che due pensionati di 78 e 75 anni hanno dato ai carabinieri di Alassio impegnati in un'operazione antidroga che ha portato alla denuncia di tre spacciatori appartenenti alla cosiddetta “banda di Castelbianco”, piccolo paese nell'entroterra di Albenga. Nella lista dei clienti abituali, oltre a noti commercianti della zona, i militari hanno trovato anche i nomi dei due anziani. Quando alla Prefettura di Savona hanno letto l'età dei soggetti pensavano si trattasse di un errore, soprattutto perché il 75enne ha tre peacemaker in corpo. Invece, nessuno sbaglio. I due vecchietti terribili sono un campione dei nuovi consumatori di coca in Italia. «Fino a cinque anni fa in comunità arrivavano per lo più ragazzini di 20 o 30 anni. Ora l'età media è cinquanta, con picchi di over sessantenni». A parlare è Gianfranco Gallo, operatore del centro Narconon l'Albatros, da vent'anni impegnato nel recupero di tossicodipendenti. «La maggior parte sono ex eroinomani caduti dopo tanti anni nella coca perché sul mercato è quella più appetibile. Ricominciano perché è finito un matrimonio, oppure hanno perso il lavoro, o perché vivono un rapporto complicato con i figli». Ma c'è anche chi comincia da adulto. «Si tratta di persone che cercano di dare una scossa alla propria vita. Si sentono ancora giovani nonostante l'età e decidono di trasgredire. Magari affittano una escort, provano una striscia con loro, si sentono bene per un po' e alla seconda volta sono già finiti dentro il vortice. A quel punto è un disastro perché disintossicarsi è difficilissimo da una certa età in poi. Negli ultimi tre anni abbiamo registrato un aumento di over 50 di oltre il 30 per cento». Per procurarsi la droga non sempre occorre infilarsi in vicoli bui e pericolosi. L'operatore racconta che la recuperano al bar sotto casa, al night, nei circoli privati, nelle sale giochi. Perfino al bingo. La colpa dell'aumento del numero di anziani tossici (in costante crescita) è della maggiore aspettativa di vita: se una volta ci si sentiva socialmente vecchi a sessant'anni, ora il limite si è spostato a ottanta. Quei vent'anni recuperati hanno scombussolato la dinamica del consumo. Lo dimostra lo studio pubblicato nel novembre dell'anno scorso dall'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, che nella Relazione annuale 2010 ha evidenziato l'aumento dei soggetti anziani. “Il consumo di stupefacenti non è più, solo, un fenomeno giovanile”, si legge nel report. “L'Europa sta assistendo ad un marcato invecchiamento della popolazione: entro il 2050, circa un quarto della popolazione europea avrà 65 anni o più. Stando alle statistiche, anche la popolazione europea che fa uso di droghe sta invecchiando”. Il disagio maggiore lo sentono i paesi dell'Europa occidentale che hanno vissuto il boom dell'eroina negli anni Ottanta e Novanta. In Portogallo, ad esempio, i consumatori anziani sono il 28 per cento (nel 2000 erano il 10), in Spagna c'è stato un incremento del 15 per cento rispetto a dieci anni fa. E dire che il consumo di cocaina causa problemi cardiovascolari, neurologici e psichiatrici gravissimi per un giovane, fatali per un anziano. Si dice sempre che la coca “non è più la droga dei ricchi”; una banalità, ma vera. Un po' di tempo fa fece scalpore la notizia della coca di Scampia venduta con lo sconto: 15 euro per una dose. Prezzo democratico che accontenta tutti. Anche chi ha una pensione minima. di Salvatore Garzillo

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