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Lo sgarbo del Prof a Mediaset Il "beauty contest" sospeso

Frequenze del digitale, il governo di prende tre mesi di tempo per identificare destinazioni più coerenti con il piano crescita

Nicoletta Orlandi Posti
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Le frequenze sono una risorsa scarsa e preziosa, e il governo si è preso tre mesi di tempo per identificare destinazioni più coerenti con il piano di crescita. La sospensione di 90 giorni del cosiddetto "beauty contest", annunciata ieri dal ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, è stata rivendicata con forza dal priemer Monti. "Le frequenze sono un bene pubblico, erano state prese certe decisioni in passato", ha sottolineato il presidente del Consiglio, "ma non vediamo perchè in un momento in cui abbiamo chiesto sacrifici, una risorsa pubblica come le frequenze" debba essere ceduta senza un corrispettivo". Ma Mediaset non ci sta.  L'azienda ritiene che "tale atto sospenda in realtà una situazione di legalità che deve invece essere al più presto ristabilita. Al di là delle mistificazioni circolate, il beauty contest - si legge in un comunicato di Mediaset - è assolutamente legittimo".  L'iter che ne ha guidato la realizzazione, secondo Mediaset, "è stato asseverato passo per passo, fin nelle più dettagliate previsioni, da Agcom, Ministero dello Sviluppo Economico e Commissione Europea. Si tratta di una procedura equa, trasparente e non discriminatoria in grado di mettere la parola fine all'annosa querelle aperta in materia dalla UE contro l'Italia. Secondo le intenzioni del governo Monti si dovrebbe procedere a una nuova gara, a pagamento, aperta ad altri soggetti. Quanto porterà nelle casse dello Stato ancora non è chiaro, ma si può fare un raffronto con l'asta delle frequenze per i cellulari di ultima generazione che segnò alla voce entrate dello Stato qualcosa come 4 miliardi di euro.

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