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Fini fa l'ipocrita con Scalfaro: lo criticava, ora lo celebra

Gianfranco: "Fu esempio di coerenza". Nel 1995 lo accusava sul ribaltone: "Golpe". Deputati Pdl via dall'aula

Andrea Tempestini
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"Con Oscar Luigi Scalfaro scompare uno dei principali protagonisti della vita politica ed istituzionale del Paese, un esempio di coerenza morale e di integrità, un punto di riferimento in politica non solo per i cattolici". Così Gianfranco Fini prima di chiedere un minuto di silenzio in aula in memoria dell'ex capo dello Stato scomparso la scorsa domenica. Il presidente della Camera si dimostra minore esempio di "coerenza morale e integrità", poiché sconfessa in toto il pensierò che offrì all'Italia in occasione del ribaltone del 1995. E anche negli anni precedenti. Le parole pronunciate da Gianfranco in aula hanno suscitato sdegno nel Pdl: alcuni deputati hanno abbandonato l'aula, seguiti da diversi esponenti della Lega Nord. Quando parlava di "golpe bianco" - Nel 1995 Fini (quando quattro ministri del Msi erano nel primo governo Berlusconi) non esitò a parlare di un vero e proprio golpe architettato da Scalfaro per fare cadere l'esecutivo: "Le elezioni a giugno erano la soluzione naturale e concordata all'atto dell'incarico a Lamberto Dini per un governo di breve emergenza", puntava il dito l'attuale leader di Futuro e Libertà. L'aspra accusa rivolta al Colle era quella di non aver rispettato i patti con i partiti: Fini non esitò a parlare di "governo del presidente", "golpe bianco" e non esitò a usare il termine "ribaltone". Spingendoci ancora più indietro, fino al 1992, ci si può ricordare di come l'allora segretario del Msi protestava contro Scalfaro al Quirinale poiché "è il simbolo della conservazione, la vestale di un sistema". Il nuovo ribaltone - Ma oggi, a distanza di 17 anni, i toni cambiano radicalmente. Già prima delle frasi riconoscenti tributate oggi, mercoledì 1 febbraio, in aula, subito dopo la scomparsa del presidente emerito della Repubblica, Fini spiegò: "Scompare un padre della Repubblica. Si è battuto per tutta la vita per un'Italia sempre più forte, democratica e unita". Secondo Gianfranco, "Scalfaro è stato un protagonista di cui il Paese sentirà la mancanza". Un esempio in tutte le fasi della sua carriera politica: "Da membro della Costituente, da deputato, da presidente della Camera, da capo dello Stato, da senatore a vita, si è sempre impegnato a rafforzare la Repubblica fondata sulla Costituzione di cui fu uno strenuo difensore". A 17 anni di distanza, ecco l'altro riblatone: quello del pensiero del leader futurista.  

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