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La scesa in campo di Podestà assomiglia a quella del Cav

Presidente Provincia di Milano lancia la sua candidatura alla guida del Pdl provinciale: video simile a quello del '94

Andrea Tempestini
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  "Milano, la grande Milano, è il territorio che vivo da sempre. E' un territorio che amo, che conosco profondamente, ne conosco la cultura, ne conosco la capacità dal punto di vista dell'impegno di lavoro di tanti, e conosco tutto ciò che in termini di potenzialità la grande Milano ha offerto all'intera Italia". Con queste parole, affidate a un video, Guido Podestà annuncia la sua 'discesa in campo' come candidato alla guida del Pdl provinciale in vista del congresso della prossima domenica, 12 febbraio. Parole simili (come simile è l'ambientazione: scrivania e libri) a quelle del celeberrimo discorso della 'discesa in campo' di Silvio Berlusconi: "L'Italia è il paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti. Qui ho imparato da mio padre e dalla vità il mio mestiere di imprenditore. Qui ho anche appreso la passione per la libertà". Tutti ricordiamo questa frase con cui incominciò l'avventura politica del Cavaliere.     Podestà scende in campo e sembra il Cav Guarda il video su LiberoTv Le crtiche al Pdl - E quelle parole, come le aree tematiche del discorso, vengono chiaramente riprese da Podestà, che però non lesina critiche al Pdl. A suo parere il partito azzurro necessita per il territorio di "una conduzione esperta, capace, piena di energie in grado di far ripartire il partito che in questi mesi ha mostrato un encefalogramma piatto. Dopo la sconfitta di Milano che per tanti aspetti ci siamo voluti e meritati - prosegue - non è più esistito il partito. L'unica azione che ricordo in questi mesi è l'azione dei giovani che hanno attivato la rabbia dei cittadini contro l'Area C". Tra i temi che solleva Podestà vi è quello della legalità ("l'asticella deve essere alzata"), la "capacità e qualità di ascolto rispetto ai bisogni del territorio", la necessità di "riconoscere il valore della militanza", l'uso delle nuove tecnologie per coinvolgere i più giovani. Podestà, nel suo vido in Berlusconi-style, chiede "un atto di amore nei confronti del nostro partito, perché i congressi non siano finti ma veri, laddove si confrontano idee e programmi".  

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