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Dai Mondiali '90 a quelli di nuoto '09: tutti i flop dell'Italia

Sprechi, tangenti, soldi pubblici bruciati: in Italia gli eventi sportivi si trasformano un'occasione per arricchire i soliti noti

Lucia Esposito
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Dai Mondiali di calcio del 1990 in poi il nostro Paese, in termini di organizzazione di eventi sportivi, si è fatto la fama di uno Stato sprecone e poco affidabile. L'esempio più eclatante, dati alla mano, è stato il Mondiale di nuoto del 2009 a Roma. Un vero  e proprio flop diventato purtroppo famoso anche per le indagini giudiziare sulla Cricca degli appalti e per i clamorosi ritardi nella realizzazione delle opere. Si evitò una figuraccia internazionale solo utilizzando gli impianti del Foro Italico costruiti niente meno che per le Olimpiadi del 1960. Cinquantanni prima. La cittadella che invece doveva ospitare l'evento deve, ai giorni nostri e a 3 anni di distanza dal Mondiale, essere ancora compleatata. Mancano ancora, villaggio olimpico,  velodromo e altre strutture. Un intervento che grava sulle casse del Comune per 500 milioni di euro. Che in questi tempi di crisi non sono pochi.

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