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Martone contro le auto blu: "Limitano la mia libertà"

Il viceministro: "Ridirei la frase sugli sfigati. Io fortunato, non raccomandato. Ho un motorino che non posso più usare"

Giulio Bucchi
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Fare il ministro ha un rovescio della medaglia: "Le auto blu, limitazione alla libertà". Di uscite infelici o facilmente strumentalizzabili, Michel Martone ormai è diventato esperto. Quasi un vizio, a giudicare da quanto successo ieri a SkyTg24, quando Maria Latella ha intervistato il giovane viceministro del Lavoro. Punto di partenza, obbligatorio, quella frase sui 28enni universitari "sfigati". "Io - ha spiegato - non mi riferivo assolutamente a tutti quei ragazzi che studiano e hanno problemi familiari ed economici, bensì a coloro che, potendoselo permettere, impiegano 10 anni a laurearsi e utilizzano l'università come un parcheggio. Quindi la ribadirei". E lui, figlio dell'avvocato generale della Cassazione e presidente dell'associazione nazionale magistrati, come si definirebbe? "Penso di essere un uomo fortunato e ho fatto di tutto per essere all'altezza del compito. Volendo sul mio sito si può leggere tutto quello che ho fatto e scritto nella mia vita". Fortunato anche perché la posizione occupata ora è di prestigio, anche economicamente parlando. "Io - anticipa Martone - guadagno intorno ai 170 mila euro lordi, ho una casa di proprietà, un motorino e una smart". Peccato che quel motorino, ora, non possa più usarlo, obbligato com'è a servirsi dell'auto blu di rappresentanza: "Una vera limitazione alla libertà", assicura Martone. Facebook e Twitter hanno ancora di che scrivere.  

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