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Con i marò Monti fa l'indiano: sacrificati per gli affari

India, i militari in carcere: il governo ha in programma una missione commerciale e non vuol perdere faccia e contratti

Andrea Tempestini
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I marò possono aspettare: di mezzo ci sono i contratti. A quasi una settimana dall'incidente dell'Enrica Lexie, il governo Monti compie finalmente il primo passo tangibile. La Farnesina ha inviato un'informativa alla Procura di Roma, che ha aperto un fascicolo e valuta l'invio di rogatorie. Il ministro degli Esteri Giulio Terzi di Santagata, inoltre, ha spedito in India il sottosegretario con delega agli affari asiatici Staffan De Mistura. Una scelta, quest'ultima, che sulle prime poteva destare qualche perplessità: la faccenda è delicata oltre ogni immaginazione e, specie dopo avere dimostrato riflessi non prontissimi a botta calda, molti si sarebbero aspettati da Monti e dal suo governo un gesto più eclatante, come ad esempio l'invio del ministro in persona. Curriculum Onu - A motivare la decisione della Farnesina ci sono essenzialmente due fattori. Il primo è che, se nella squadra ai vertici della nostra diplomazia esiste qualcuno col know how per affrontare una situazione del genere, questi è proprio De Mistura: diplomatico tra i più capaci e conosciuti d'Italia, De Mistura è particolarmente esperto di diritto internazionale e questioni militari, ossia i due temi che si incrociano nella vicenda dei marò. All'Onu dal '71, il sottosegretario negli anni si è occupato per il Palazzo di vetro della gestione delle crisi in Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Iraq, Somalia e Afghanistan: quando è stato chiamato a fare parte della squadra di governo, ricopriva il ruolo di inviato speciale a Kabul. Per cui, quando sottolinea che De Mistura «ha una particolare esperienza di Nazioni unite», il ministro Terzi dice una sacrosanta verità. Il  numero uno della Farnesina - che ha peraltro comunicato di essere «collegato continuamente con i ministri della Difesa e della Giustizia» e di «riferire costantemente al presidente del Consiglio» - oggi nel primo pomeriggio riferirà alle commissioni Esteri riunite di Camera e Senato (l'audizione era stata programmata sulla Somalia, ma l'ordine del giorno è stato aggiornato in corsa). Dopodiché, martedì prossima raggiungerà il sottosegretario De Mistura a Nuova Delhi. E qui si arriva al secondo fattore. Perché, come se non fosse già abbastanza tragico  di per sé, l'incidente dell'Enrica Lexie è avvenuto con la peggiore tempistica possibile. Da parecchio tempo, infatti, è in calendario per la prossima settimana una importantissima missione diplomatico-commerciale proprio in India: ministri (il consueto tandem Esteri-Sviluppo economico), imprenditori, investitori, giornalisti. Tutti da caricare sull'aereo e portare a contatto con un mercato che per l'Italia ha grandissimo valore. Il giro d'affari - Per rendersi conto dell'entità della cosa, basta mettere in fila qualche numero: nel 2011 l'interscambio commerciale tra Italia e India ha superato i 7,5 miliardi di euro, con un aumento sul 2010 stimato attorno al 25%. Il governo Berlusconi - che coi ministri Frattini e Romani aveva già avviato iniziative simili - stimava una crescita del volume d'affari tra i due Paesi del 100% in un quinquennio, prevedendo 15 miliardi di interscambio entro il 2015. Le imprese interessate - principalmente nei settori di automotive, energia, moda ed elettronica - sono circa quattrocento. Per dire, una delle svariate partite in ballo è il lancio della Vespa in India, che ieri il numero uno di Piaggio Roberto Colaninno ha promesso per maggio. Tanti e tanto grandi gli interessi in gioco, insomma, da rendere assai onerosa una cancellazione della missione per sopraggiunta frizione diplomatica. E a ieri sera, infatti, non si avevano notizie di eventuali sconvocazioni o ritardi di sorta. La missione di De Mistura, pertanto, appare essere quella di preparare il campo all'arrivo del ministro sciogliendo in via preliminare i nodi diplomatici - tanti e, come ha detto anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano - «ingarbugliati» - con le autorità indiane. Qui l'Italia potrebbe trovare una inattesa sponda nel cardinale George Alencherry, arcivescovo della Chiesa Syro-malabarese che si è offerto per un'opera di «mediazione con i ministri cattolici del governo del Kerala» onde evitare strumentalizzazioni politiche, viste le elezioni imminenti in quello Stato. di Marco Gorra

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