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Province, beffa finale di Monti: non saranno abolite

Saranno eleggibili solo sindaci e consiglieri comunali che avranno il doppio incarico per cinque anni

Franco Bechis
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Dovevano morire entro il mese prossimo, e invece tutte le province italiane sono state salvate da Mario Monti. Nella tarda sera di giovedì infatti il governo ha approvato un nuovo disegno di legge sui consigli provinciali. Invece di abolire gli enti inutili, come aveva promesso a dicembre, il premier li tiene tutti in vita e li consegna alla casta della politica locale. Potranno essere eletti in consiglio provinciale infatti solo sindaci e consiglieri comunali dell'area. Che conserveranno il doppio incarico per tutti e 5 gli anni. L'unica riduzione dei costi della politica, riguarderà il numero dei consiglieri, che saranno un pizzico sfoltiti. Le poltrone che resteranno in vita secondo il ddl firmato da Monti e dal ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, saranno 16 per i consigli con più di 700 mila abitanti, 12 fra 300 e 700 mila abitanti e 10 al di sotto di quella soglia. Un taglietto pensato- scrive il governo- per consentire comunque "l'accesso in consiglio di tutto l'arco delle forze politiche, garantendo la rappresentatività di tutte le opinioni e la tutela delle minoranze" Viva i doppi incarichi La novità più clamorosa è quella della mummificazione della casta poliitca locale. I candidati al consiglio provinciale potranno essere "solo i sindaci e i consiglieri comunali della provincia interessata". Non solo: "gli eletti mantengono la carica di sindaco e consigliere comunale per tutta la durata del quinquennio provinciale di carica". Il risultato sarà così anche quello di allungare in molti casi oltre la scadenza la vita dei consigli comunali. Un pastrocchio comunque di difficile realizzazione, perchè con queste regole la casta locale non potrà mai avere ricambio, e dovranno essere eletti e mummificati sempre gli stessi.  

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