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Maroni e il destino della Lega Partitino satellite del Cav

La profezia sul sito leghista L'Indipendenza: Bobo è il regia di una strategia che Berlusconi ha studiato da almeno 10 anni

Giulio Bucchi
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Il futuro della Lega? Guidata da Bobo Maroni, più piccola, più sottomessa a Berlusconi e alla galassia del Pdl. La visione di Gianluigi Da Rold per ilsussidiario.net viene ripresa da L'indipendenza.com, quotidiano online guidato da Gianluca Marchi voce indipendente sì ma schierata su posizioni leghiste. Non un particolare da poco, questo, perché se sul destino del Carroccio si spendono parole così pessimiste anche in ambito padano significa che molto si agita nel pentolone. Secondo Da Rold, Umberto Bossi c'ha visto ancora luna volta lungo quando ha pizzicato Berlusconi, dicendo che il suo proscioglimento sul caso Mills era dettato da "ragioni di bilancio" politico. E con lo stesso intuito, capisce cosa c'è dietro Maroni. "Il personaggio leghista in questo momento più vezzeggiato dai media e persino dalla sinistra - scrive Da Rold a proposito dell'ex ministro degli Interni - alla fine, è solo un regista dei disegni del Cavaliere. Lo è già stato, ai tempi del “ribaltone”, a metà degli anni Novanta. Oggi lo fa con una strategia più raffinata, magari facendo anche l'apparente controcanto al Cavaliere di Arcore". Il progetto 'sovversivo' di Maroni non è insensato: è "un realista che comprende il respiro corto che, di fatto, nel momento della crisi della “prima repubblica”, hanno avuto tutti i nuovi movimenti, quelli della famosa “transizione”. Non più partiti, ma “partiti personali”, “popoli orfani alla ricerca di un leader e di una struttura organizzativa degna di questo nome”. Ecco, quella struttura da riformare è legata a filo doppio proprio con Berlusconi, che a fine anni Novanta diede una mano economica alle disastrate casse del Carroccio in vicende che intrecciano l'allora amministratore Balocchi, il 'mediatore' Aldo Brancher, il sostegno di Gianpiero Fiorani alla banca padana Credieuronord. Berlusconi in qualche modo salvò la Lega, ipotecandone in qualche modo il futuro. Tanto più che con la malattia Bossi ha perso per qualche anno la propria leadership fattuale. E ora la questione si giocherà di nuovo intorno alla cassa della Lega. Con Belsito, uomo del Senatùr, vicino al commissariamento e Maroni pronto a piazzare un suo uomo. Non senza il consenso, più o meno tacito, del Cavaliere.

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