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Madonna sembra Lady Gaga Che accade a miss Ciccone?

Il suo MDNA un cantiere a cielo aperto: da far venire il mal di testa. Gossip: il suo manager deve smentire le porno-voci

Leonardo Filomeno
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Va bene così, anzi no. Cambia questo, sposta quello. Occhio alle grane, che una tira l'altra. Che l'è preso a Madonna? Pare Lady Gaga. Andiamo per gradi e vediamo cosa è successo. Da una parte c'è sempre l'atteso MDNA, che è praticamente un cantiere a cielo aperto, roba da far venire il mal di testa, perché chissà, tra standard e deluxe edition, quale sarà il risultato finale. Dall'altra ecco la piattaforma Vevo dove, via Youtube, venerdì scorso doveva uscire il lyric video di Girl Gone Wild, il suo secondo singolo. Nella stessa giornata la decisione di rimandare. Lunedì, inaspettato, il cambio di rotta: entro le 18 tutto online. Sbuca all'improvviso la cover, nella quale Madame Ciccone è in reggiseno e ha un fisico bestiale, che con l'immaginazione fa viaggiare; discutibile solo il look, un po' Paola Barale mentre gira la ruota della fortuna un po' Amanda Lear ai bei tempi di Queen of Chinatown. Però c'è una Esse in meno nel titolo, che per il magnate del porno Joe Francis, forse troppo ansioso di recarsi in tribunale, resta comunque evocativo. Ieri, inevitabile, l'ennesimo colpo di scena: il manager della cantante, Guy Oseary, interviene sulla questione, smentisce con forza le porno-voci circolate qua e là e spiega che nel pezzo, dall'inizio alla fine, Louise Veronica dice "girl" e non "girls": questo il motivo del cambiamento. Ma i rebus non sono finiti: qualche ora prima dell'uscita Vevo sul web circola un preview di trenta secondi, anzi 29, che ricordano l'inizio di Sorry: nella versione video nemmeno l'ombra e se l'intro ci sarà lo scopriremo solo grazie ad iTunes. Abbandoniamo i misteri e passiamo alla musica. Sì, anche perché appena premuto il tasto play, il pensiero torna a quella preghiera, a quel: "Je suis désolé, lo siento, ik ben droevig, sono spiacente, perdóname". Mancava solo "Forgive me" ed eccolo lì, preciso, a 2.35: è l'epicentro di Girl Gone Wild, un déjà vu che non lascia scampo, che ti riporta al 2005, alle confessioni sulla pista da ballo. Lei è ancora lì e sente, forte più che mai, il bisogno di chiedere perdono. La cattiva ragazza non sa resistere. Non deve resistere. Il desiderio di ballare è incontenibile. Fronzoli zero, lo dice subito: "It's so hypnotic / The way he pulls on me / It's like the force of gravity / Right up under my feet / It's so erotic / This feeling can't be beat / It's coursing through my whole body / Feel the heat". Lo fa su una base che, come anticipato, presenta qualche eco di Celebration e dunque quel sound europeo, che strizza un bel po' l'occhio alla trance. Non basta: c'è il beat, che è ossessivo, penetrante, potente, seducente. E quel tocco elettronico, un insuperabile marchio di fabbrica dei nostri cugini Alle e Benny Benassi. In quei minuti ti godi la migliore Italia. Quella che conquisterà di nuovo classifiche, discoteche e radio, finanche le più bacchettone. Quella che le mani al cielo te le fa portare in automatico. E, assieme alla diva, ti fa ballare. Per tutta la notte. O forse per sempre. 

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