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L'agente vuole fare la pipi? Deve presentare rapporto

Il paradosso della polizia municipale di Monza. Se scappa, è necessario avvisare il comandante e informare la centrale

Andrea Tempestini
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Quando scappa, scappa. Ma prima, bisogna avvisare il comandante. Succede agli agenti della polizia locale di Monza. Secondo il regolamento, per andare in bagno a fare pipì i ghisa brianzoli sono obbligati informare la centrale. Tutte le volte che lo stimolo arriva. Quando escono dalla toilette, poi, devono telefonare di nuovo per comunicare il ritorno in postazione. E se non bastasse, a fine giornata, ogni vigile deve compilare un report dettagliato con gli orari d'inizio e fine dei “bisogni”. Ai 134 agenti della polizia locale di Monza la circolare non è andata giù. E, a distanza di mesi, criticano la decisione del comandante Alessandro Casale che ha firmato l'ordinamento. «Ci mancava solo il contapipì», dicono. Anche perché chiunque usi la radio di servizio può venire a sapere quando e dove i colleghi espletano i bisogni. «É una gravissima violazione della privacy» contesta Gianni Romano, esponente dell'Unione sindacale di base. Ma il comandante Casale replica: «Non ci trovo nulla di strano. È una norma varata per regolarizzare il comportamento e far sì che tutte le sospensioni dal servizio vengano comunicate al comando». di Lidia Baratta

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