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Semplificazioni, voto fiducia Monti cede al ricatto Pd

Il governo pensava al maxiemendamento, ira democratici: "Inaccettabile". Così si voterà sul testo uscito dalle commissioni

Lucia Esposito
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Il governo si salva in corner dopo una giornata di tremori e minacce sul decreto semplificazioni. Il ministro per i rapporti con il parlamento, Piero Giarda, ha annunciato che l'esecutivo porrà sì la fiducia sul testo, ma sulla versione uscita dalle Commissioni con tanto di modifiche. Niente braccio di ferro, dunque, come paventato dal sottosegretario all'Economia Gianfranco Polillo secondo cui alla pioggia di emendamenti dei partiti si poteva mettere fine solo con un maxiemendamento. Un ricatto al Parlamento e alla sua sovranità, ha subito attaccato il democratico Gianclaudio Bressa: "Inaccettabile, se sarà confermato il parere il Pd non voterà la fiducia". Emergenza rientrata in serata, ma i problemi restano. Insofferenza - Le parole di Polillo almeno erano chiare: il governo è stufo della melina del Parlamento. Troppe modfiche, si rischiava di snaturare il provvedimento che prevede, tra l'altro la stabilizzazione di un imprecisato numero di precari della scuola. "Le strade a questo punto sono due: o un maxi-emendamento senza le modifiche delle commissioni oppure modificheremo il testo in Senato", ha annunciato il sottosegretario all'Economia a margine delle Commissioni Affari Costituzioni e Attività Produttive. E i democratici non ci stanno: "Se sarà confermato il parere, il Pd non voterà la fiducia", il commento a caldo del Pd Bressa parlando di "un atto politicamente inaccettabile, un atteggiamento che non potrà non avere conseguenze". "Il Parlamento - ha concluso l'esponente del Pd - non può essere trattato così". Acqua sul fuoco - I vertici democratici  hanno poi minimazzato. "Mai pensato di non votare la fiducia sul dl Semplificazioni  - fa parziale retromarcia il capogruppo alla Camera Dario Franceschini -, ma resta un problema molto grave dal punto di vista istituzionale". "Non esiste che un sottosegretario, Polillo minacci una commissione parlamentare senza averne titolo di ricorrere a un maxiemendamento su cui mettere la fiducia anzichè sul testo votato dalle commissioni se non viene modificata una norma già approvata e non gradita. Mi aspetto che il governo chiarisca che l'improvvida uscita del sottosegretario non era in alcun modo autorizzata". Anche il segretario Pier Luigi Bersani, davanti alle telecamere di Sky Tg24, dichiara di sostenere il governo: "Monti va avanti fino al 2013. Ma - ecco l'altra questione caldissima - deve decidere cosa fare sulla governance della Rai". Come dire: i rischi per il professore restano tutti. Le modifiche - Tutto questo mentre alla Camera si era raggiunta finalmente un'intesa sulle assunzioni nella scuola. Dopo la retromarcia di ieri sera, martedì 7 marzo, sulla norma che prevedeva la stabilizzazione di diecimila precari della scuola da finanziare anche con un aumento delle accise sulla birra, si è trovato un nuovo accordo: tolta l'indicazione delle 10mila assunzioni si parla genericamente di aumenti di organico e affida il finanziamento  a un fondo del ministero dell'Istruzione e al ministero dell'Economia il compito di rivedere, entro 6 mesi, il prelievo sui giochi. Dal 2013, quindi, il Lotto e altrri giochi finanzieranno la scuola. Il testo dovrà ora passare nuovamente al vaglio della commissione Bilancio, quindi le commissioni competenti daranno il mandato al relatore e il provvedimento approderà nell'aula di Montecitorio. E anche sul decreto semplificazioni si concretizza la possibilità che venga messa la fiducia in vista sul dl semplificazioni alla camera. Alla conferenza dei capigruppo si è stabilito che se questa sera il Governo porrà la fiducia la relativa votazione si terrà domani dalle 13.30.

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