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Soldi, rimborsi e investimenti: cosa c'è nel forziere di Bossi

Bechis: l'impero economico della Lega tra finanziamenti statali, società e immobili: 237 milioni. E poi ci sono i flop...

Giulio Bucchi
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Il tesoretto di Umberto Bossi è di 237 milioni di euro. Un impero economico che conta su rimborsi elettorali (168 milioni in 21 anni), liquidità (31 milioni), contributi degli eletti e dei simpatizzanti privati (10 milioni). E ancora, investimenti, società finanziarie (Pontidafin ha un patrimonio netto di 7,4 milioni), immobili (29 fabbricati e 7 terreni per un valore di 17 milioni). E' l'oro della Lega, quello ufficiale e alla luce del sole, perché secondo i magistrati di Milano nell'ombra il Carroccio ne avrebbe messo da parte molto altro, per il partito e per i singoli politici e funzionari. Naturalmente, ora sotto la lente di giustizia e stampa finiranno anche le operazioni legittime, per capire se ci sia qualcosa dietro. Un po' come accaduto già da qualche mese, per esempio con le operazioni un po' spericolate del tesoriere Francesco Belsito, amante degli investimenti in Norvegia, Cipro, Tanzania. E poi ci sono i flop: Il quotidiano La Padania e Radio Padania non navigano in buone acque (il primo nel 2010 con un utile di 1.923 euro, poi aggravato da cause e tagli governativi all'editoria, la seconda con una perdita di poco inferiore ai 10mila euro), così come la Bicicletta Padana, voluta da Renzo Bossi e attraverso cui si organizza il Giro di Padania: vende una ventina di bici all'anno e un ricavo di 4.800 euro.   Leggi l'articolo di Franco Bechis su Libero in edicola oggi, giovedì 8 marzo  

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