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L'Inghilterra ora ci sfotte pure "Se vi avvertivamo, pagavate"

Caso Lamolinara, Telegraph spiega tutto con un cablo del 2008: "Italiani pagano in Afghanistan per non essere attaccati"

Giulio Bucchi
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Nessun complotto, al massimo qualche errore umano o, più semplicemente, realpolitik strategica. Dietro al caso di Franco Lamolinara, l'ostaggio italiano ucciso in Nigeria durante un blitz delle teste di cuoio inglesi, rivela il responsabile dei servizi esteri del quotidiano inglese Telegraph, David Blair, c'è prima di tutto la necessità di fare tutto in fretta, visto che le vite di Lamolinara e Chris McManus (anche lui morto nel blitz)  erano già in pericolo. Non si poteva attendere un minuto in più, sostiene Blair, figurarsi attendere l'ok dalle autorità italiane. Questo anche perché, e qui è un tasto dolente per la diplomazia italiana, c'è una differenza di fondo nel modo in cui il governo inglese e quello italiano affrontano emergenze di questo tipo. Londra non negozia con i criminali e non paga riscatti. Roma, invece, usa una strategia molto più pragmatica: se si può salvare una vita, anche pagando, lo si fa. Il Telegraph sostiene che, per esempio, i soldati italiani in Afghanistan paghino i talebani per non attaccarli. Voci che l'amministrazione americana ha presto talmente sul serio da riportarle all'ex premier Silvio Berlusconi. E un cablo inviato ai funzionari Usa nell'ottobre 2008 pubblicato da Wikileaks riferisce proprio della tendenza dei soldati italiani di evitare scontri a fuoco pagando una sorta di pizzo alle milizie talebane. "Questa reputazione - si legge nel cablo - è in parte basata su rumors in parte su dati dell'intelligence che non siamo ancora riusciti a confermare in pieno". Poi la nota, secca: "Resta il fatto che l'Italia ha perso 12 soldati in Afghanistan, meno di molti alleati con pari responsabilità". Se l'Italia è stata esclusa dalle decisioni sul blitz, conclude Blair sul Telegraph, forse è proprio per questa pessima fama.  

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