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Una black list per i negozianti: il Pd cambia idea, sì a gogna

I democratici ritirano l'emendamento firmato insieme a Pdl e Lega: ok alla lista nera dei commercianti che non fanno gli scontrini

Matteo Legnani
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Il Partito democratico è sempre più appiattito sulle posizioni di governo. Forse ha paura di essere bacchettato da Monti, ma anche quando ha dei dubbi, come sulla questione fiscale, preferisce restare allineato: sia mai il Prof si arrabbi. La cronaca politica ci racconta oggi dell'ennesimo dietro-front: sul fisco appunto. Insieme alla Lega e al Pdl, il partito di Bersani, aveva presentato degli emendamenti al decreto legge di semplificazioni fiscali con i quali si chiedeva di sopprimere la norma che  consente all'Agenzia delle entrate di elaborare, nell'ambito   dell'attività di pianificazione degli accertamenti, di stilare delle liste selettive di contribuenti che sono stati ripetutamente segnalati in forma non anonima per non aver emesso lo scontrino. In pratica Pd, Pdl e Lega dicevano no alla "black list" dei commercianti truffaldini per il semplice fatto che la considerano una gogna pubblica. Il dietrofront - Fino all'ultimo il Pd era d'accordo. Poi in serata ci ha ripensato. "Il Pd è da sempre impegnato sulla lotta all'evasione e all'elusione fiscale e, sin da quando era al governo, ha proposto misure dure e assai impopolari per rendere i   controlli fiscali più severi e stringenti. Pertanto", hanno fatto sapere Mauro Agostini e Giuliano  Barbolini, capigruppo Pd in commissione Bilancio e Finanze a palazzo   Madama, "il gruppo del Pd al Senato, appoggia con convinzione la misura prevista dal governo nel  decreto fiscale sulle liste selettive di commercianti, segnalati per la non emissione di scontrini".  In alternativa il Pd ha chiesto che venga istituito il cosiddetto 'Bollino blu' per i commercianti virtuosi nei confronti del fisco.  

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