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Storace occupa palazzo di An: "Niente Montecarlo 2 per Fini"

I suoi militanti hanno occupato un edificio che la contessa Colleoni aveva lasciato ad Alleanza Nazionale. Sarà la sede di Storace

Nicoletta Orlandi Posti
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Certo, l'estate di Montecarlo è lontana, ma l'eco del caso Fini-Tulliani non si è ancora del tutto sopita. Ogni tanto, come un fiume carsico, riemergono indizi, tracce, segnalazioni, ma mai la verità. In attesa di essa - prima o poi qualcuno dovrà spiegare se il cognato del presidente della Camera, Gianfranco Fini, occupa ancora la casa di Montecarlo e se è lui il vero proprietario - c'è da registrare un nuovo capitolo nella tormentata  vicenda del patrimonio di Alleanza nazionale.  Dopo l'occupazione, simbolica questa volta, della storica sede del partito, in via della Scrofa a Roma,  da parte di ex militanti e dirigenti missini, ieri c'è stato il blitz di alcuni esponenti de La Destra, il movimento guidato da Francesco Storace. Giuliano Castellino, coordinatore di Destra sociale, assieme ad altri militanti, ha occupato l'appartamento di via Paisiello, donato ad An dalla contessa Colleoni, la stessa benefattrice dell'appartamento di Montecarlo, diventato il rifugio dorato del giovane Tulliani, fratello dell'attuale compagna di Fini. Rispetto all'immobile monegasco, però, la casa romana è sempre stata chiusa ed inutilizzata. Da qui le ragioni del blitz degli esponenti de La  Destra. «Prima che faccia la fine della casa di Montecarlo», spiega Castellino, «abbiamo deciso di prenderne possesso: diventerà una sede de La Destra». «Come militanti», aggiunge l'esponente del movimento di Storace, «non possiamo più tollerare che beni appartenenti ad una comunità politica finiscano nel tritacarne di qualche speculatore in cerca di fortune. Dopo lo scandalo di Montecarlo e quello della Margherita è necessario che la politica lanci segnali forti contro chi utilizza i partiti per perseguire interessi personali. Noi abbiamo iniziato».  Un inizio sostenuto e avallato dal leader del movimento. «Mi auguro che a nessuno venga in mente di intraprendere iniziative extrapolitiche su una vicenda che non siamo disponibili a far finire esattamente come quella di Montecarlo», dice Storace, «siamo a conoscenza di iniziative velleitarie di chi non ha compreso che su questa questione abbiamo molti più titoli a discutere rispetto a chi non ha fatto parte della nostra storia». «Siamo pronti a ragionare su un canone sociale, ma se a fronte di questa nostra disponibilità», spiega l'ex braccio destro di Fini, «dovessimo registrare provocatori tentativi di azioni di disturbo, daremmo il via in tutta Italia a iniziative riguardanti 150 sedi che appartennero ad Alleanza nazionale e a convogliare attorno a via della Scrofa». Dura la replica di Enzo Raisi, deputato di Futuro e Libertà . «Qualsiasi occupazione è illegale e la condanno fermamente. Non si capisce quale titolo abbiano nella vicenda, anche perché, come si sa, La Destra ha lasciato An prima della fusione nel Pdl». Il guaio è che sul patrimonio di An, non è mai stata fatta chiarezza. Nei giorni scorsi, dopo la denuncia presentata dei fedelissimi di Fini chiamati a controllare la transizione tra Fli e Pdl, sono spuntati 42 milioni di euro in più rispetto al bilancio firmato dai due ispettori, che ai primi di gennaio ipotizzavano un buco di 26 milioni di euro. Altro che casa di Montecarlo... di Enrico Paoli

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