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Addio ad Antonio Tabucchi, intellettuale in auto-esilio

Scomparso a 68 anni nella "sua" Lisbona l'autore di "Sostiene Pereira". Negli ultimi 20 anni più anti-Cav che romanziere

Giulio Bucchi
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Uno straniero in Italia, più a suo agio nei salotti di Lisbona o di Parigi che in quelli di Roma e Milano. Non a caso, Antonio Tabucchi è morto a 68 anni proprio nella tanto amata Lisbona, ricoverato all'ospedale Cruz Vermelha, dopo una lunga malattia. I funerali dello scrittore italiano, celebre e celebrato autore di Sostiene Pereira si terranno giovedì sempre nella capitale portoghese, ormai sua città adottiva (e del cuore). Pisano di nascita, docente di letteratura portoghese, traduttore in Italia di Fernando Pessoa, nella sua lunga carriera ha scritto racconti (Il gioco del rovescio, 1981, Piccoli equivoci senza importanza, 1985) e svariati romanzi, La testa perdita di Damasceno Monteiro (1996), Si sta facendo sempre più tardi (2001), Autobiografie altrui. Poetiche a posteriori (2003), L'oca al passo (2006) e Il tempo invecchia in fretta (2009) fino all'ultimo Racconti con figure. Ma la sua fama resterà per sempre legata a Sostiene Pereira e a quel clima di struggimento, malinconia, ansiosa attesa di un futuro e ricordo di un passato irraggiungibili che è la saudade. Il "sentimento nazionale portoghese" Tabucchi lo ha espresso al meglio attraverso la storia di un giornalista anziano, vicino al passo d'addio, combattutto tra il condurre la sua vita monotona e privata, lontano dai clamori, e l'appoggio a un giovane oppositore della dittatura fascista di Salazar, nel 1938. Una sensazione di dramma incombente, mai veramente realizzato, che ha fatto diventare quel romanzo (premiato col Campiello nel 1994) un po' l'emblema dell'Europa pre e post-guerra. L'Europa di fine millennio. Intellettuale engagé - Proprio a quella sensazione di immobilità costretta è stato un po' condannato Tabucchi, che ha vissuto gli ultimi 20 anni in esilio volontario. Lui, di sinistra e fiero anti-berlusconiano, non ha mai fatto mancare la propria critica all'Italia, talvolta faziosa e distorta da una cortina intellettuale sempre più fitta. Per questo, il Tabucchi romanziere engagé e civilmente impegnato ha avuto sempre più peso e risalto del Tabucchi romanziere puro, talentuoso e ammaliante. Ma proprio grazie anche a quell'aura il suo nome è finito negli albi di alcuni tra i più prestigiosi riconoscimenti internazionali: il Prix Medicis Etranger, il Prix Europèen de la Litterature e il Prix Mediterranée in Francia, l'Aristeion in Grecia, il Nossack dell'Accademia Leibniz in Germania. E' stato nominato Chevalier des Arts et des Lettres dalla Repubblica francese e ha ricevuto la decorazione dell'Ordine dell'Infante D. Henrique dal presidente della Repubblica portoghese. Collaboratore di svariati quotidiani (dal Corsera e Unità a Le Monde ed El Paìs, dal 2000 è stato proposto dal Pen Club italiano all'Accademia di Svezia quale candidato italiano per il Nobel di letteratura.

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