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Arriva l'aliquota al 20 per cento Esclusi bot, altri favori al Sud

La nota delle Entrate sulle modifiche della tassazione del risparmio: addio al regime con la tripla aliquota

Andrea Tempestini
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L'Agenzia delle Entrate ha precisato ieri le modifiche della tassazione  risparmio introdotte prima dalla manovra di Ferragosto  e modificate poi dal decreto milleproroghe e dal decreto liberalizzazioni. La nuova normativa - ricorda il comunicato   dell'Agenzia - stabilisce «che le ritenute e le imposte sostitutive sui redditi di capitale e su quelli diversi di natura finanziaria sono applicate nella misura generale del 20%». Prima della modifica normativa, le aliquote di tassazione erano tre:  12,5%, 20% e 27%. La nuova aliquota  unica   si applica   a interessi, premi e altri redditi di capitale, divenuti esigibili, nonché ai redditi diversi di natura finanziaria realizzati  a partire dal gennaio 2012. Con alcune eccezioni.  «Per salvaguardare interessi di natura pubblica o meritevoli di tutela la norma ha escluso dall'applicazione dell'aliquota al 20% alcune tipologie di proventi e rendimenti».  In particolare,  i proventi dei titoli pubblici continuano a scontare l'aliquota del 12,5%, sia per i redditi di capitale (interessi e scarti di emissione), sia per i redditi diversi di natura finanziaria (capital gains). Si parla dei  titoli del debito pubblico e dei  buoni postali. Inoltre,  la stessa aliquota ridotta vale per i titoli emessi da enti sovranazionali o internazionali riconosciuti in Italia e i titoli di natura obbligazionaria emessi da Stati esteri presenti nella white list. Regime di particolare favore, infine,   anche per i titoli di risparmio dell'economia meridionale (i Trem bond), per i quali l'aliquota resta al 5 per cento.

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