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Monti, sobrietà falso mito Facci: ecco tutte le vanità

La falsa modestia del presidente tecnico del Consiglio: dalle innumerevoli interviste alla gaffe della sua portavoce

Nicoletta Orlandi Posti
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La comunicazione di Monti ha qualche problema e soprattutto ha ormai poco di sobrio. Le ancelle della grande informazione sono stanche e sperticate (su Corriere, Stampa, Repubblica ecc.) e le coloriture ebbre e al limite del brillo sono caricate sulle spalle di Betty Olivi detta Mafalda, la 62enne portavoce che lo segue dal 1994. La citazione di Monti da parte di Obama pare che sia un'invenzione dello staff di Palazzo Chigi (questo sostiene il Fatto quotidiano) e nella rassegna stampa governativa oltretutto è stato omesso l'articolo che lo segnalava. Doppia gaffe, anzi tripla: perché l'articolo in compenso era in altre rassegne anche d'oltreoceano. Accadeva nel giorno in cui la portavoce rilasciava un'intervista (sì, lei) a un periodico dal titolo giusto: Vanity Fair. Olio d'Olivi ha lubrificato il suo Mario con l'ennesima pippa sul Monti sobrio («è una sua caratteristica che ci consiglia di usare») oltreché modestie varie («l'unica cosa anormale è il suo quoziente d'intelligenza») e qualche smoderatezza, tipo: Quirinale o Palazzo Chigi? «Può fare l'una e l'altra». Insieme? Poi: l'ambizione di Monti? «Dimostrare di essere il migliore, sempre». Molto sobrio. Ancora: «Monti è stato il primo a coniare la categoria cittadino-consumatore». Sarebbe un merito. Infine: «Non cerchiamo la popolarità». Non c'è pericolo.    

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