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Sciolta nell'acido dalle cosche Sei ergastoli a Milano

Collaboratrice di giustizia Lea Garofalo fu uccisa dalla 'ndrangheta nel 2009 con modalità mai viste in Lombardia

Matteo Legnani
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Sei ergastoli per gli altrettanti imputati nel processo per la morte di Lea Garofalo, la collaboratrice di giustizia che venne uccisa e poi sciolta nell'acido nel novembre 2009 a Milano. I Giudici della corte d'Assise di Milano hanno inflitto l'ergastolo, con isolamento diurno di due anni, a Vito e Carlo Cosco, quest'ultimo l'ex compagno della vittima. La pena dell'ergastolo, con l'isolamento diurno di un anno, è stata inflitta a Giuseppe Cosco, Rosario Curcio e Massimo Sabotino. Per la figlia di Lea Garofalo, Denise, che si è costituita parte civile contro il padre, Carlo Cosco, è stato disposto un risarcimento di 200.000 euro. La donna scomparve il 24 novembre del 2009 a Milano dopo essere salita sull'auto dell'ex compagno, Vito Cosco, in compagnia del quale era stata "fotografata" per l'ultima volta da alcune telecamere di videosorveglianza in zona corso Sempione-Arco della Pace. Venne prima nascosta  in una cantina, poi in un casolare dove fu torturata e poi uccisa con un colpo di pistola. La donna, che aveva raccontato agli inquirenti negli anni fatti di una faida di 'ndrangheta, venne eliminata, secondo quanto ricostruito dal pm, in particolare per quanto sapeva su un omicidio avvenuto nel '95. Si tratta di un rarissimo caso di lupara bianca a Milano, con modalità, lo scioglimento nell'acido, mai viste in Lombardia.

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