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Fornero: "Il governo va a casa se non passa riforma lavoro"

Il ministro del Welfare: "Contratto unico a tempo indeterminato? Un'illusione, non abbiamo la bacchetta magica"

Pruneddu Pietro
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Una minaccia o un avvertimento: "Se non passa la riforma del lavoro, il governo andrà a casa". Lo ha detto il ministro del Welfare Elsa Fornero, intervenuta a un convegno della Fondazione Bellisario su giovani e occupazione a Reggio Calabria. Il Parlamento, che ora discuterà il ddl, avrà dunque la responsabilità di decidere se e quando congedare Mario Monti. La Fornero, decisamente sulla difensiva, ha anche spiegato: "Gli esodati li creano le imprese che mandano fuori i dipendenti, sul tema pensionistico pubblico, a carico della collettività". Di miracoli, però, non se ne fanno: "L'unica risposta da dare alla crisi economica è quella di lavorare seriamente - ha commentato il ministro - e il governo lo sta cercando di fare anche se non ha bacchette magiche". Fornero ha anche detto che "un solo contratto a tempo indeterminato è vicino a vendere illusioni". La lettera al Sole - Per rispondere alle critiche sul tema esodati, Fornero ha inviato una lettera al Sole 24 Ore. "Non ritengo che si possa accusare il ministro, nè il ministero, della varietà di stime e quantificazioni di diversa provenienza che ha caratterizzato le ultime settimane alimentando, oltre all'ansia, la legittima preoccupazione delle persone. Nè sarebbe stato appropriato, in attesa della valutazione ufficiale, correggere le cifre di volta in volta apparse sui giornali". Il Ministro dunque sembra voler prendere tempo in attesa di capire quale sia la cifra reale degli esodati. Poi scrive che "nessuno sarà toccato dagli effetti della riforma previdenziale nel corso del 2012 e che il "Salva Italia" ha fissato al 30 giugno il termine entro il quale emanare il decreto interministeriale per la precisa individuazione delle persone portatrici del diritto soggettivo al pensionamento, secondo la normativa in vigore prima della riforma". Il balletto delle cifre - "Rispetto a quelle fornite dall'Inps posso affermare che non vi è necessariamente contraddizione, essendo differenti l'oggetto e le finalità delle stime. A quanto mi risulta, la risposta del direttore generale dell'Inps riguardava una platea potenziale riferita anche ad accordi che esplicheranno i loro effetti, con l'uscita effettiva dei lavoratori dall'impresa, nell'arco dei prossimi quattro anni, mentre l'individuazione del tavolo tecnico ne delimitava il numero, nonchè la ripartizione nelle diverse tipologie, in base a quanto indicato dal decreto "Salva Italia" e dai successivi emendamenti parlamentari in sede di conversione in legge del decreto milleproroghe". 

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