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Minetti, show con la tonaca Bunga bunga e spogliarelli

L'olgettina Fadil ai pm: "Nicol fece uno show vestita da suora. Iris Berardi con la maglietta di Ronaldinho"

Andrea Tempestini
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Regali costosi, cene e balletti sexy, dettagli piccanti al limite del puro gossip. E presunte pressioni sui testimoni. Tutto questo emerge dalla deposizione della modella marocchina Imane Fadil, ascoltata oggi dai pm di Milano che stanno indagando sulle notti di Arcore, quelle del Bunga bunga, al centro di due processi: quello contro l'ex premier Silvio Berlusconi, accusato di prostituzione minorile e concussione, e quello contro l'ex direttore del Tg4 Emilio Fede, l'ex agente Lele Mora e la consigliera regionale del Pdl in Lombardia Nicole Minetti accusati di induzione e favoreggiamento della prostituzione. I dettagli piccanti - Ma è il gossip, almeno inizialmente, a tenere banco in aula. A Villa San Martino, alle cene di Berlusconi, c'erano due suore che facevano lo spogliarello. Una era la Minetti, l'altra la show-girl Barbara Faggioli. Entrambe ballavano con la tonaca davanti al Cav poi si spogliavano.  "Eravamo in piedi, stavamo prendendo da bere al bar - ricorda Imane Fadil, riferendosi ad una serata del febbraio 2010 - la Faggioli stava facendo una performance nella saletta del 'bunga bunga'. Dopo dieci minuti scomparve con la Minetti, poi si presentarono con una tunica nera, una croce e un copricapo bianco e fecero una performance che non mi sarei mai aspettata. Fecero Sister act (il musical reso celebre dall'attrice americana Whoopy Goldberg, ndr) poi ballarono, si dimenarono e si tolsero la tunica, restando solo con l'intimo". "Iris Berardi invece era travestita da Ronaldinho e anche lei alla fine si spogliava e faceva balletti osè". Spunta anche... "Fini sul water". Guarda il video su LiberoTv In regalo l'orologio del Milan - A questo punto, Fadil ricorda il suo disappunto. "Chiesi a Mora di andarmene. Non ero l'unica. Le due ragazze ungheresi si erano avvicinate a me, videro che ero imbarazzata e parlammo sconcertate. Berlusconi chiese a Mora che cosa avessi e lui disse: 'lei è particolare, la conosco da annì. Mi chiese da dove venissi e cosa volevo fare". "Poi venne da me - prosegue la modella - mi portò a visitare la casa, era gentilissimo, cercò di mettermi a mio agio". Alla fine della serata, "Berlusconi mi invitò ad entrare nel suo ufficio, mi guardò e capì che ero imbarazzata, mi disse allora di andare con le gemelle. Ci fece dei regali, tra cui un orologio con lo stemma del Milan e degli anellini. Quindi, mi prese in disparte e disse: 'non vorrei che tu ti offendessi, ma so che hai bisogno' e mi disse di prendere una busta. La presi e dentro c'erano duemila euro in contanti". Imane, stando alla sua versione, si fece poi riaccompagnare a casa da Lele Mora, che l'aveva anche condotta ad Arcore. "Mentre uscivamo sentivo che Minetti e Faggioli avevano deciso di fermarsi a dormire". Ruby, Katrina e "quelle immagini hot": le altre rivelazioni di Imane Più soldi a chi si ferma - A questo proposito, la Fadil ha detto che chi tra le ragazze accorse a Villa San Martino si fermava anche la notte, "prendeva molto di più". "Ad organizzare le serate - ha spiegato ancora la marocchina - erano la Minetti ed Emilio Fede". Chi si intratteneva la notte "si fermava per sesso, perché le ragazze se ne lamentavano e avevano paura delle malattie. Ma tutte facevano a gara per fermarsi perché chi si fermava prendeva molto di piu". Pressioni sul processo - Durante la sua deposizione, la Fadil ha raccontato anche di avere subito pressioni da uno sconosciuto in relazione alla sua testimonianza. Il pm Antonio Sangermano le ha posto la domanda che fa ormai da alcune udienze a tutti i testi e cioè se avesse subito pressioni da terzi in vista della deposizione, e la modella nordafricana ha rivelato: "Nella primavera del 2011 e sono uscita di casa e sono stata avvicinata da un uomo alto e biondo, con gli occhi azzurri, sui 45 anni, che mi disse di essere italiano, ma non lo era. L'uomo mi diede un telefono con una scheda e mi disse che mi avrebbe chiamato al momento giusto per andare là, cioè ad Arcore". In seguito la modella sarebbe stata chiamata dallo sconosciuto che le avrebbe detto 'Prendi un taxi e vai'. Dove me lo specificò quando ci vedemmo di persona. Dovevo andare ad Arcorè". "Quel taxi non l'ho mai preso - prosegue Fadil - vidi l'uomo altre due - tre volte, una volta a casa mia, un'altra nei pressi di casa mia". "Mi disse - prosegue il racconto - che si stava arrabbiando perché tutte le volte che organizzava io non andavo. Quando seppi dal mio avvocato a cosa andavo incontro, smisi di rispondere". Sangermano ha chiesto alla giovane modella se fosse in grado di far avere alla procura telefono e scheda e lei ha risposto: "Vado a casa e li cerco, ho anche cambiato casa...".  

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